L'intelligenza artificiale fa parte integrante dei processi solo per il 19% dei franchisor. Nel 2028 uno sue due la utilizzerà

Il rapporto Assofranchising Italia 2024 curato per il terzo anno consecutivo da Nomisma e anticipato oggi a Milano, dedica una sezione d’approfondimento rivolta all’intelligenza artificiale. Un tema che è sulla buona strada per diventare un nuovo mantra nella vita  e nelle cronache aziendali, anche più à la page della pur importantissima e onnipresente ESG. Partiamo subito da alcuni dati segnaletici: soltanto il 19% degli intervistati dichiara di utilizzare l'intelligenza artificiale per processi aziendali, mentre il 27% la impiega sporadicamente.

La necessità di innovare e di creare un vantaggio competitivo è il fattore chiave che ha spinto le aziende ad utilizzarla la prima volta. Comunicazione, marketing e Crm sono invece gli ambiti dove l’AI viene utilizzata più frequentemente (84%), seguiti dalla sicurezza informatica (34%) dalla produzione (33%) e dalla logistica (23%).

La mancanza di competenze ed expertise all’interno delle aziende è la prima causa che disincentiva l’adozione di soluzioni di Intelligenza artificiale, anche se nel 2028 si prevede che sarà utilizzata da 1 azienda su 2 perché considerata una leva strategica per l’aumento dell’efficienza operativa, nell’automazione dei compiti ripetitivi e nella personalizzazione dei servizi e dei prodotti.

Razionalizzazione è la parola che meglio riassume le tendenze del franchising italiano nell’ultimo anno. Da una parte aumenta il numero dei punti di vendita e degli addetti coinvolti, dall’altra diminuisce quello delle insegne attive. In generale, il comparto conferma un’accelerazione del business e consolida il suo trend di crescita con un giro d’affari che sfiora i 34 miliardi di euro, +9,9% rispetto al 2022. Per Assofranchising, "l’affiliazione a un franchisor si consolida come una soluzione in grado di offrire un rapido posizionamento strategico e consente di ridurre le incertezze per un modello di business che resta una scelta strategica per entrare nel mercato con una base solida, riducendo il rischio d’impresa".

Il Rapporto Assofranchising Italia 2024 -Strutture, tendenze e scenari, realizzato da Nomisma per Assofranchising, scatta anche una fotografia del settore che vale l’1,8% del Pil. Nel 2023 l'incremento nel numero di punti di vendita in franchising registra un’accelerazione superiore rispetto al trend registrato in passato (+7,6% vs +2,2%). Aumenta anche il numero complessivo di negozi che raggiungono 65.806 unità (+4.664 rispetto al 2022) e il totale degli addetti occupati (287.767, +34.919 unità).

I fattori che hanno caratterizzato la crescita sono riconducibili in particolare agli investimenti realizzati per coinvolgere nuovi franchisee da parte dei grandi brand, e alla creazione di nuove insegne. Considerando le insegne operative, nonostante l’inserimento di nuovi player, continua il trend discendente che si era accentuato nel 2022. Nel 2023 sono 25 le insegne che mancano all’appello. Per il 2024 le previsioni sul fatturato complessivo sono stimate in crescita nell’ordine del +4,3% con alcuni settori merceologici dove si è previsto un aumento a doppia cifra (+10,3% cura e benessere della persona).

"Il franchising si conferma un comparto capace di rendere competitivo il Paese generando risorse e occupazione -commenta Alberto Cogliati, presidente di Assofranchising-. Dall'indagine emerge chiaramente la volontà di questo settore di guardare il futuro scommettendo su tutte e tre le sfide ESG e su una capacità gestionale innovativa dove l'intelligenza artificiale può fare la differenza nel facilitare i processi e le operazioni. L'intelligenza umana e la capacità di creare relazioni tra le reti e con i clienti rimarranno, però, sempre il carattere distintivo di ogni brand che opera in franchising".

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