A B2Cheese la valorizzazione dei formaggi protagonisti dell’export

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Torna il 25 e il 26 settembre alla fiera di Bergamo la manifestazione B2Cheese, riservata a buyer e operatori della filiera lattiero casearia.

Torna il 25 e il 26 settembre alla fiera di Bergamo la manifestazione B2Cheese, riservata a buyer e operatori della filiera lattiero casearia. Tra i partner dell'evento fieristico, giusto alla terza edizione, c'è PwC che ha ospitato nella propria sede milanese il lancio dell'evento, presentando i dati, molto positivi, del settore lattiero caseario e in particolare della produzione e dell'export di formaggio. L'Italia è al terzo posto in Europa con una produzione di 1,2 tonnellate, dopo Germania e Francia.

B2Cheese, la terza edizione 25-26 settembre a Fiera Bergamo

Dal 2019, con lo stop per la pandemia, il ritorno nel 2022, la terza edizione programmata a settembre può contare su 130 adesioni e 3.500 buyer previsti in arrivo tra i padiglioni.

"Gli operatori economici guardano con grande attenzione agli incontri in presenza -ha commentato Davide Lenarduzzi, amministratore delegato di Promoberg- e b2Cheese ha saputo portare a Bergamo non solo i buyer ma anche investitori attratti dal settore lattiero caseario e dalle tecnologie che vi ruotano attorno". Una fiera volutamente di piccole dimensioni, per garantire che tutti parlino con tutti, e che trae grande giovamento dalla vicinanza con l'aeroporto di Orio al Serio, che vanta 150 capitali entro le 2 ore di volo e numerosi collegamenti con gli Emirati Arabi.

"La pausa del Covid è servita a far capire che l'evento serve alle aziende -ha detto Francesco Maroni, presidente del progetto Forme e Associazione Cheese Valleys - Le Tre Signorie-, e B2Cheese è una fiera creata dai concorrenti, cioè dalle aziende, che nel 2022 è entrata nell'albo delle fiere internazionali, che dura due giorni per essere snella e veloce".

La sede di Bergamo è significativa anche perché in un territorio così ristretto sono presenti ben 9 Dop, una vera e propria Cheese Valley delle Orobie, che abbracciano le province di Bergamo, Brescia, Lecco e Sondrio.

I numeri del formaggio dall'Ufficio Studi di PwC Italia

I dati sul settore lattiero-caseario e in particolare sui formaggi italiani sono stati presentati da Andrea Guerini, senior manager PwC Italia. Ed eccoli in breve.

Produzione di formaggio da latte vaccino in Europa, 2023

9,6 milioni di tonnellate totali
2,5 tonnellate in Germania
1,7 tonnellate in Francia
1,2 tonnellate in Italia

Produzione di latte vaccino in Europa

145 milioni di tonnellate in totale
13% prodotte in Italia
In Italia il prezzo medio ponderato è più alto rispetto alla media europea

Produzione italiana

13% del totale della produzione Europea
+6% crescita negli ultimi 6 anni, in linea con l'Europa

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Fonte: Elaborazione Ufficio Studi su dati (1) CLAL, UE-27: Settore lattiero caseario

Utilizzi del latte europeo

24,4% formaggio
21% polveri
19,1% altro
13,2% crema di latte e altri prodotti freschi
12,5% consumo
9,9% burro

L'export lattiero caseario nei Paesi dell'Unione Europea vale in tutto 61,2 miliardi di euro di cui il 51% è formaggio, pari a 31,3 miliardi. Di questi prodotti, il 26% viene proposto all'esterno dell'Unione Europea, il rimanente 74% viene venduto in Europa.

Il lattiero-caseario rappresenta il 10% del fatturato dell'industria alimentare italiana (dato 2022). Nel 2023 ha realizzato un fatturato pari a 19 miliardi, di cui il 68% (circa 13 miliardi) proprio grazie al segmento dei formaggi.

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Fonte: Elaborazione Ufficio Studi su dati (1) CLAL.it e Assolatte

In particolare l'Italia vanta 57 formaggi a denominazione Dop e Igp che generano oltre 5 miliardi di fatturato. I volumi raggiunti da questi prodotti nel 2023 sono pari a 593mila tonnellate, il 45% del totale dei formaggi.

I formaggi Dop e Igp nel 2023 hanno generato il 26% del valore economico dei prodotti agroalimentari certificati in Italia, incluso il vino, e il 23% del loro export.

Grana Padano Dop e Parmigiano Reggiano Dop sono i primi due prodotti agroalimentari per valore alla produzione e rappresentano rispettivamente l'8,6% e l'8,5% di tutti i prodotti certificati.

La bilancia commerciale nel 2023 ha avuto un saldo positivo pari a 510 milioni, per i quali il settore formaggi è stato determinante, grazie all'export totale di 5,44 miliardi di cui i formaggi da soli hanno portato 5 miliardi.

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Fonte: Elaborazione Ufficio Studi su dati (1) CLAL.it e Assolatte
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Fonte: Elaborazione Ufficio Studi su dati Istat-Coeweb
Fonte: Elaborazione Ufficio Studi su dati Istat-Coeweb
Fonte: Elaborazione Ufficio Studi su dati Istat-Coeweb

In particolare, l'export di formaggio principalmente è diretto verso i Paesi europei, il 71,1% a volume, in crescita rispetto al 2022 grazie a maggiori scambi con Francia, Germania e Spagna, e alle maggiori difficoltà incontrate verso Canada, Giappone e Corea del Sud. Crescono anche le esportazioni verso l'Est Europa, in particolare verso la Polonia (+30% a valore rispetto al 2022), e verso la Cina, che è diventata la quinta destinazione extra Ue.

L'import nel 2023 valeva 2,6 miliardi di cui il 96% entro l'Unione, leader la Germania con il 45% del totale dei formaggi importati dall'Italia, con particolare rilevanza sui freschi, che rappresentano il 50% del totale dei formaggi tedeschi importati in Italia.

Il formaggio, un'occasione per comunicare l'esperienza-Italia

Il mondo del formaggio non è solo quello delle "portaerei" dei prodotti Dop e Igp, a dimostrazione che c'è ancora molto margine di crescita per il prodotto nostrano all'estero. La mozzarella, ha raccontato Paolo Zanetti, presidente Assolatte- è il primo prodotto esportato per quantità e in Francia ha superato i consumi del Camembert. I formaggi che più crescono nell'export sono burrata e mascarpone, grazie alla capacità di innovazione dell'industria che ha portato la burrata a essere un prodotto industriale esportabile, mentre il mascarpone è entrato nei menu dei ristoranti con il tiramisù. Come si vince l'Italian Sounding? "In Europa con la legislazione -ha detto Paolo Zanetti- fuori dall'Europa con gli accordi internazionali, a tutela del consumatore". Deve poter capire cosa sta acquistando.

Zanetti ha espresso preoccupazione per la mancanza di polso dell'Europa in numerose questioni che riguardano i prodotti italiani: il protezionismo Usa che caratterizza entrambi i candidati alle prossime elezioni, le difficoltà di confezionamento per il Giappone, il bando dei prodotti a caglio animale nell'export con l'India. "Che si tratti di piccole o grandi aziende, bisogna strutturarsi per andare all'estero, non solo per vendere i formaggi più noti, ma ache le specialità locali. Bisogna rimboccarsi le maniche. Vediamo di non fare la fine dell'automotive, dobbiamo rimanere competitivi per affrontare le sfide del futuro".

Nei progetti comunicativi, Giovanna Prandini, presidente As.Co.Vi.Lo, e  Maria Cristina Crucitti, giornalista, fondatrice nel 2014 di The Cheese Storyteller, hanno sottolineato l'opportunità di collaborazione tra filiere diverse e l'eccezionale, unica, biodiversità italiana sulla quale puntare i riflettori. In questo senso con B2Cheese ci sono già progetti in corso, come "Nati per stare insieme" con 13 consorzi di vini lombardi.

Il banconista o formaggiaio

Anello chiave della catena di promozione e comunicazione del formaggio è il banconista nella gdo e nei negozi, che deve essere adeguatamente formato. A B2Cheese ci sarà la finale del concorso con 5 finalisti formaggiai, il cui vincitore rappresenterà l'Italia nella finale mondiale a Tours, in Francia. A occuparsene un'associazione senza scopo di lucro di professionisti appassionati, la Guilde internationale des fromagers (Italie) in Italia presieduta da Armando Brusato.

 

 

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