Fiere di Parma archivia un 2023 di consolidamento

L’ente emiliano si appresta a ospitare l’edizione 2024 di Cibus, con oltre 3 mila brand attesi

Mentre si avvicina l’edizione 2024 di Cibus (in programma dal 7 al 10 maggio prossimi), Fiere di Parma archivia l’esercizio 2023, che ha confermato il polo fieristico tra i più in salute d’Europa. In particolare, i ricavi hanno superato

i 41 milioni di euro, mettendo a segno un incremento del 14% rispetto al 2022 con una posizione finanziaria netta di oltre 14 milioni e un free cash di 25 milioni. Mentre l’Ebitda, che esprime l’andamento dell’attività caratteristica, ha superato i 13 milioni di euro.

Lo scorso anno ha inoltre visto il consolidamento nell’agroalimentare grazie all’accordo con Fiera Milano, con il passaggio della gestione di Tuttofood in capo a Parma. Una strategia che si rafforza anche a livello internazionale con il recente patto siglato con Koelnmesse, in virtù del quale il gruppo tedesco, uno dei principali attori del mercato fieristico nel mondo, porterà visitatori internazionali a Cibus ed espositori dall’estero per Tuttofood.

Intanto la prossima edizione di Cibus, frutto della consolidata collaborazione tra Fiere di Parma e Federalimentare, si annuncia da record, battendo ogni altra edizione per numero di espositori (oltre 3 mila brand e una lista di attesa di 600 aziende) e per la presenza di buyer della grande distribuzione italiana e internazionale – fin qui quasi 2 mila già registrati - provenienti da mercati come Stati Uniti, Germania, Spagna, Francia, Regno Unito e Medio Oriente. Il 2024 sarà inoltre l’anno dei Paesi dell’area Asean, con il ritorno della Cina, la grande assente durante la pandemia, e un’importante delegazione dal Giappone.

“A nome di tutto il consiglio di amministrazione - afferma il presidente di Fiere di Parma Franco Mosconi - non posso che ribadire tutta la nostra profonda soddisfazione per i risultati conseguiti col bilancio 2023. Sono numeri migliori anche del pre-Covid e dimostrano come le manifestazioni fieristiche, se ben progettate e gestite, continuino ad attirare l’attenzione degli operatori e dei visitatori. E confermano come sempre di più possano esercitare quel ruolo di volano per i comparti industriali del Made in Italy, a cominciare dall’agroalimentare”.

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