Sono pochi i brand che occupano un posto tanto speciale nell’immaginario collettivo degli italiani e, più concretamente nelle loro case. Se ne esiste uno che ha saputo comprendere il Paese e assecondarne i cambiamenti, è proprio Mulino Bianco. Seguendo la sua parabola di successo, appare evidente come sia stato capace di accompagnare l’Italia lungo il suo percorso di crescita economica e sociale senza mai venir meno a uno dei suoi principi fondanti: la vicinanza alle persone e alle loro sensazioni. Questo non significa che non sia mai cambiato, perché in questi quasi 50 anni di vita il brand e la sua offerta si sono evoluti, ma senza mai perdere il desiderio di fare prodotti buoni, semplici e genuini e di mettere in pratica la propria ragion d’essere: “Nutrire la fiducia che il mondo possa essere un posto migliore”.
A metà degli anni ’70, quando Mulino Bianco nasce per affiancare alla produzione di pasta Barilla anche una linea di prodotti da forno, l’Italia ha da poco chiuso la stagione del boom economico, è un Paese industrializzato che inizia a provare nostalgia per il proprio passato, idealizzato e associato a uno stile di vita più semplice e naturale. Il ritorno alla natura è racchiuso in tre elementi grafici: le spighe e i fiori, il mulino e il nome. Il disegno del brand è affidato a Gio Rossi che, con la collaborazione di Cesare Trolli, nel 1975 crea un vero e proprio storytelling in miniatura, forse ispirato a un luogo reale della sua infanzia tra le colline di Alba o del suo immaginario di bambino. Anche la confezione giallo crema, morbida come i sacchetti dei panettieri, è una novità per un mercato abituato a biscotti venduti in scatole di cartone rigido o addirittura di latta. Un’intuizione che aumenta la percezione di vicinanza e di naturalità di Galletti, Pale, Tarallucci e Macine, i primi biscotti a essere lanciati e i cui nomi amplificano il concetto di recupero del buono della tradizione contadina.
Una relazione di gusto e sentimenti
Negli anni Mulino Bianco ha saputo estendere la gamma di prodotti accogliendo specialità che coprono ogni momento della giornata e che si rivolgono a un pubblico composito, con gusti ed esigenze alimentari variegati. È una relazione di gusto e sentimenti quella che unisce il brand ai suoi consumatori, un rapporto basato sulla fiducia tramandata e rinnovata a ogni assaggio. L’evoluzione è una componente fondamentale del viaggio di ogni brand per continuare a testimoniare la propria promessa via via che i tempi cambiano. Mulino Bianco è un brand “vivente”, una marca non cristallizzata, desiderosa di fare la propria parte rispetto ai temi che impattano sulle vite dei suoi consumatori come, naturalmente, il benessere e la salvaguardia dell’ecosistema.
Azioni concrete
Il nuovo segno nasce dall’impegno profondo della marca, che ha assunto un ruolo sempre più attivo nella società e nella vita delle persone: i campi coltivati a fiori, le arnie per le api, la farina da grano sostenibile, i pack 100% riciclabili sono solo alcune delle azioni concrete che hanno messo in moto il desiderio di Mulino Bianco di dare visibilità alle proprie iniziative con un logo rivisto. Come autori del restyling, ci siamo sporcati le mani di terra, abbiamo studiato i fiori, i papaveri, le margherite, il gittaione, il fiordaliso e, dopo mille prove e mani diverse, siamo arrivati alla soluzione che convinceva tutti e su quella abbiamo fatto volare la nostra piccola ape, come simbolo tangibile e promessa di un mondo migliore. Il nuovo logo di Mulino Bianco resta una storia in miniatura in cui ogni elemento riveste un ruolo preciso. Ciò che è avvenuto non è un processo di semplificazione del segno, cosa piuttosto frequente di questi tempi, piuttosto la creazione di uno storytelling che parla di un approccio armonico, che integra la natura, quella vera, nel proprio far bene quotidiano.
In apertura, il nuovo logo di Mulino Bianco mantiene gli elementi del tradizionale disegno di Gio Rossi, con una grafica moderna e l'aggiunta di un'ape, simbolo della sensibilità dell'azienda nei confronti del tema della sostenibilità
Gio Rossi (1937 – 2019)
Gio Rossi è stato un designer di grande talento, ma soprattutto il caposcuola della disciplina del branding in Italia, un professionista della comunicazione dotato di grande capacità imprenditoriale. Nato ad Alba il 14 settembre 1937, Giorgio Rossi si era diplomato al Liceo Artistico a Genova prima di iniziare Architettura al Politecnico di Milano, facoltà abbandonata per gettarsi a capofitto in pubblicità con Lintas. Lì aveva intuito, primo in Italia, il potenziale strategico del packaging che fino a quel momento era considerato un’appendice della pubblicità. Gio trasformò le confezioni in potenti strumenti di comunicazione e dunque in oggetti dal valore intrinseco. Il successo della sua intuizione lo portò in breve ad aprire la sua agenzia dove sviluppò alcuni dei più importanti progetti di branding per le marche del largo consumo già a partire dagli anni ’60. Il suo talento andava oltre la creatività, Gio era un profondo conoscitore delle dinamiche di mercato e sapeva tradurre ciò che apprendeva in progetti di comunicazione applicata dapprima al packaging poi agli altri touchpoint delle marche. Con il suo lavoro ha saputo far dialogare il prodotto in modo diretto con il consumatore. “Ogni pacco è una piccola pagina pubblicitaria che sta sullo scaffale, perché dovrebbe costare meno della comunicazione?” sosteneva.
Maestro e mentore di più di una generazione di brand designer, Gio Rossi è stato un imprenditore curioso e ambizioso, un artista raffinato, un divulgatore dalle conoscenze illimitate.
Per FutureBrand, il rebranding di Mulino Bianco rappresenta anche un cerchio che idealmente si chiude, visto che il primissimo logo di Mulino Bianco è frutto del genio di Gio. FutureBrand Milano nasce dalla Gio Rossi Associati.