Tve euvo di fvutta

“La fvutta lì è troppo cava, io vado da (biiip), costa la metà, con 3 euvo compvo fvagole, kiwi e avance pev tutta la settimana”. In fila dal parrucchiere per un colore-taglio-piega da 120 euro stando bassi, le unghie col gel permanente da 300 euro e il Jack Russel da 1.500 euro in grembo (che si nutre di croccantini da qualche decina di euro al chilo), la signora si vanta dell’unico momento in cui ritiene importante risparmiare: l’acquisto di cibo al supermercato. Il resto non conta e non si racconta, si paga e basta. Nello stesso istante il marito fa il suo giro mattutino in bici con gli amici. Tra bicicletta, scarpini, casco, occhiali e abbigliamento tecnico si porta appresso un patrimonio di circa 6.000 euro che nemmeno Sagan e si nutre di barrette proteiche che, al chilo, costano quanto le crocchette del succitato cane. Anche lui racconta le sue imprese risparmiose: due giorni fa al (biiip) ha comprato il latte a 0,49 centesimi. Chi manca nel quadretto dei risparmiatori alimentari? Ah sì certo, i due figli! Hanno una Smart condivisa e due smartphone da general manager in mano, i loro ultimi acquisti online giacciono ancora incellofanati sul pavimento: nessuno dei due si ricorda cosa ha comprato e perché. Sono appena rientrati a casa dopo aver bevuto 10 euro di Spritz e in cucina hanno trovato solo fragole, kiwi e arance. La fame li ha assaliti e hanno ordinato il sushi dal divano tramite l’app di consegne a domicilio, presente nel loro assistente vocale, che promette in meno di mezzora di far arrivare a casa l’ordine. Non lo sapranno mai, ma il rider che glielo ha portato è il fratello del ragazzo che ha raccolto quei tre euro di frutta fondamentali per il risparmio della loro famiglia.

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