Nasce nelle Marche, tra le prime regioni in Italia per numero di ettari coltivati secondo i metodi dell'agricoltura biologica, il distretto bio più grande d’Europa. Tra i promotori il gruppo Fileni. L'obiettivo principale del distretto è quello di presentarsi come soggetto unico, per avere un peso maggiore sul mercato sia a livello commerciale che promozionale in Italia e all'estero.
Un marchio territoriale che faccia da traino per diversi comparti anche all’estero
Il distretto biologico delle Marche comprende 2.100 aziende agricole, 71mila ettari coltivati (che rappresentano il 60% della superficie a biologico nelle Marche) e un fatturato stimato in 100 milioni di euro, per cui Fileni contribuisce con quasi il 50 per cento. “Rigenerazione, rispetto, territorio e comunità, princìpi base dell'economia circolare, rappresentano i valori in cui Fileni crede da sempre e che ha tradotto nel suo Manifesto di Sostenibilità” sottolinea Giovanni Fileni, fondatore del gruppo.
L'idea di fondo è che il distretto del biologico diventi una sorta di marchio territoriale, che possa diventare anche un traino per molti altri comparti dell'economia marchigiana, a partire da quello turistico ed enogastronomico. Il distretto si pone anche altri obiettivi, come l'aumento della superficie certificata, la promozione della ricerca e la valorizzazione della biodiversità agraria regionale.
La concretizzazione del distretto biologico segue il patto siglato nell'aprile scorso da Regione Marche e associazioni regionali Agci, Coldiretti, Cia, Confagricoltura, Confcooperative, Copagri, Legacoop, Uecoop, Unci e Camera di Commercio.