“Complessità” è la parola che meglio descrive la congiuntura storica presente, dove il mondo globalizzato si trova a fare i conti con problemi dalle cause estremamente interconnesse e difficili da isolare e trattare senza dovizia di dettaglio. L’esempio più evidente di tale complessità si trova nelle supply chain, che oggi sono appunto globali e meritano una riflessione a tutto tondo, esplorandone anche tutti i tratti che ne influenzano le dinamiche, componente tecnologica in testa, e declinandoli nella customer experience, nella digital identity, nel digital onboarding, fino ad arrivare alle implicazioni in materia di etica e sostenibilità, oggi quanto mai in cima al ranking di priorità.
In quest’ambito estremamente articolato, si inserisce InTrust Day 2020 a cura di Intesa (Gruppo IBM), che nasce come un percorso di approfondimento a tutto tondo sulla realtà attuale, e che lo scorso 13 ottobre 2020 ha riunito digitalmente, in quattro sessioni, 25 oratori, fra analisti, manager, innovatori, ed esperti tecnologici, che hanno riflettuto sullo scenario della platform economy e sulle potenzialità del design thinking per un approccio “Tech for Humans”, con un particolare focus su status quo e trend futuri della supply chain.
La maggiore criticità, in questo panorama, è identificabile nei dati, importanti tanto quanto delicati e difficili da saper gestire ed aggregare prontamente, principalmente per via della loro mole. Il problema, quindi, sta nel superare l’ostacolo alla visibilità dei dati, in quanto molto frammentati: una parte di quest’ultimi si trova all’interno dei sistemi informativi dell’azienda, un’altra parte viene scambiata con i trading partner (a volte magari in modalità limitata, perché non è detto che si riesca sempre innescare una collaborazione tale che riguardi tutto il ciclo dei documenti), ed, inoltre, un’altra parte proviene da feeds, canali social, meteo ed ogni altro tipo di canale capace di rilevare una specificità di informazioni differenti.
Non riuscire a maneggiare i dati in maniera corretta delinea uno scenario incerto. Bisogna, ad esempio, capire come e quanto la domanda varia a seconda di specifiche variabili. La variazione della domanda può essere legata a fattori difficilmente controllabili o improvvisi (come l’attuale pandemia), con danni che possono culminare in ingentissime perdite, causate, anche, in ultima istanza, dal deterioramento delle scorte e della svalutazione del magazzino. È strategico, quindi, avere a disposizione tecnologie come, in particolare, l’intelligenza artificiale che con i suoi algoritmi cognitivi, è in grado di elaborare ed aggregare in tempo reale tutti dati provenienti da fonti differenti propri dei silos come quelli sopraccitati. Questo permette al supply chain manager di prendere decisioni circa i cambiamenti strutturali da apportare, dimostrandosi in grado di gestire modifiche legate ad oscillazioni della domanda o all’approvvigionamento di beni e servizi, eventualmente anche improvvisi.
In termini generali, si tratta di guidare i KPI più importanti per la supply chain e verificarne l’efficienza ed efficacia. Si parla, quindi, di Control Tower, ovvero di una singola piattaforma digitale che consente visibilità end-to-end su tutte le fasi di pianificazione della filiera, e supporta quelle successive, come il decision-making e l’esecuzione. Per loro natura, queste piattaforme nascono, allora, sui motori d’intelligenza artificiale per guidare il raggiungimento di KPI mirati all’efficientamento di tutta la supply chain.
Un ulteriore elemento di spessore all’interno del mondo supply chain è quello legato al trust: l’affidabilità diventa l’elemento determinante per avere una tracciatura, una verifica ed una prova per monitorare quello che sta avvenendo – in tempo reale – all’interno della filiera. Tal compito è affidato alla tecnologia della Blockchain, tecnologia nata in ambiente finanziario, e che permette di mantenere livelli di fasatura tra le parti molto accurati.
Volendo citare un'applicazione conforme alle esigenze rilevate precedentemente, è possibile fare riferimento ad IBM Sterling Supply Chain Insights, una soluzione basata sull'AI e tassello chiave delle Supply Chain Solutions di Intesa, che fornisce intelligence in tempo reale per ottimizzare le prestazioni della supply chain, collegando rapidamente i dati dai sistemi a bassa integrazione, acquisendo le conoscenze organizzative e creando playbook digitali.
Quello che è chiaro è che contare su ecosistemi costruiti sulle tecnologie di intelligenza artificiale e IoT, oltre all’adozione sistematica della Blockchain, sono delle realtà fattuali, capaci di fare la differenza, offendo un vantaggio competitivo non indifferente. Dai primi sistemi EDI (Electronic Data Interchange) diffusi negli anni ’80, alle odierne sofisticazioni in ambito AI, la strada è stata spianata per una Smart Supply Chain, che, se lo sceglie convintamente, può essere efficiente e sostenibile.