Quello tra retail e intelligenza artificiale è un binomio che sempre più prende piede nell'ambito dei progetti di business e che anche l'emergenza Covid sta aiutando a emergere. Il prossimo venerdì 4 settembre in occasione dello Strategy Innovation Forum di Venezia, presso il Campus Economico San Giobbe dell'Università Ca' Foscari, verranno presentati i risultati del report "Gli impatti di AI e di Blockchain sui modelli di business". Ecco qualche anteprima.
Retail e intelligenza artificiale
Il report è stato realizzato dal professore ordinario di Innovazione Strategica Carlo Bagnoli, fondatore e ideatore del IF - Strategic Innovation Forum, l'evento rivolto a manager ed esperti che intende dare risposte concrete ai temi più caldi del fare impresa. Venezia infatti, tra l'inondazione a novembre 2019 e la pandemia, ha visto un calo di presenze in città di -13,2 milioni di persone, pari a 3 miliardi di euro di mancati guadagni, -60% rispetto al 2019, con la conseguente chiusura permanente o temporanea di molte strutture.
Il report analizza l'impatto della AI nei diversi settori di attività, e il retail, insieme al manifatturiero e al settore sanitario, è tra quelli più coinvolti, al punto da configurare una possibile automatizzazione di molte attività che oggi svolgono gli esseri umani. Sarà davvero così?
I primi dati sull'impatto della AI
Il primo settore nel quale aumenterà l'automazione nei processi produttivi, verso lo smart manufacturing grazie a macchinari dotati di nuove capacità cognitive e di apprendimento è appunto il manifatturiero (16% delle fonti del report). Al secondo posto c'è il rapporto tra retail e intelligenza artificiale, il 15% delle fonti assegna alla AI un ruolo rilevante: creazione di prodotti e servizi sempre più personalizzati, incremento dell'engagement e delle vendite. L'esempio più evidente è l'eCommerce, con il sito che "impara" le preferenze del cliente". Terzo ambito di business, quello sanitario con la cura a distanza e i dispositivi indossabili, per un monitoraggio più preciso e rapido dei pazienti.
Partire subito con le nuove tecnologie
“Le aziende che per prime adotteranno tali tecnologie, integrandole nelle proprie strategie aziendali, creeranno un gap competitivo difficilmente colmabile dalle altre – afferma Bagnoli - Secondo Gartner il 59% delle aziende non ha ancora formulato vere e proprie strategie di IA, ma ormai è chiaro che questa tecnologia produrrà i maggiori cambiamenti nel mondo del business con un contributo potenziale di 15 trilioni di dollari dell’economia mondiale 2030”.
La relazione tra retail e intelligenza artificiale è dunque molto stretta: la ricerca dice che adottando le nuove tecnologie, sarà prima di tutto possibile un livello più approfondito di analisi dei dati tale da permettere di interpretare in modo più fedele la domanda e intercettare i consumatori con una comunicazione più mirata ed efficace, con un engagement più alto grazie a chatbot e assistenti virtuali. Questi feedback si potranno integrare subito nel processo produttivo in un'ottica di co-design, in tempo reale. La Ai nel retail permette di anticipare i trend di vendita incrociando domanda e offerta in real time, e di ridurre i time to market.
Sviluppi anche per la supply chain: grazie alla AI si velocizzeranno i contatti con i fornitori con un impatto significativo in termini di velocità di risposta, decentralizzazione e riduzione dei costi. Sarà possibile identificare i tragitti più efficienti, anticipare eventuali problemi.
Le machine sostituiranno gli esseri umani? No, la ricerca parla di integrazione sinergica tra intelligenza artificiale e intelligenza umana, promuovendo l'ottimizzazione per i lavori che possono fare le macchine, la riduzione degli infortuni sul lavoro e degli errori. Inoltre, potranno migliorare i processi interni, per esempio a livello di magazzino, riducendo le scorte inutili, migliorando la gestione degli ordini in coordinamento con la produzione; ma anche a livello produttivo, con la riduzione dei tempi di fermo macchina.