Carrefour, un buon primo trimestre per la prossimità

ipermercati sulla linea di galleggiamento (+0,9%), in Francia in particolare, mentre vanno alla grande i supermercati (+8,1% LFL) e la prossimità (+11%). Per il 2022 Carrefour punta ai 4,2 miliardi di ricavi nell'eCommerce

Il primo trimestre, in un anno funesto come il 2020, non è molto indicativo degli impatti che il Covid19 ha provocato  e causerà sui conti economici delle aziende, qualunque sia il loro settore di mercato. La gravità dei primi effetti si vedrà a partire dal 2° trimestre.

E infatti il bilancio Carrefour per i primi tre mesi 2020 va più che bene, con un incremento dei ricavi comparabile al primo Q del 2019, pari +7,8% (fatturato TTC, cioè lordo) e crescite sempre LFL variabili dai picchi sudamericani del +17,1% al 6,1% dell’Europa, prestazione superiore alla Francia (+4,3%). Boom dell'alimentare che sfiora il +10%, piange il non-food (-3,5%). 

Vediamo qualche cifra desunta dalle sempre ottimamente redatte note finanziarie del gruppo: giro d'affari TTC a 19.445 milioni di euro in regime contabile pre-IAS (in post IAS cambia poco: 10 milioni in meno), con la Francia a 9.292 milioni di euro, e l'Italia -secondo paese europeo di Carrefour dopo la Spagna, e senza contare ovviamente l'Héxagone- a 1.226 milioni: si consideri che la prossimità francese di Carrefour fattura 1.485 milioni di euro, ben più di tutta la rete italiana.

Il Brasile porta ricavi ben superiori al canale supermercati francese (3.241 milioni contro 3.183).

Sempre a livello di canali, gli ipermercati galleggiano sulla linea 0 (+0,9%), in Francia in particolare, mentre vanno alla grande i supermercati (+8,1% LFL) e la prossimità (+11%).

Alexandre Bompard, PDG (Presidente e direttore generale) di Groupe Carrefour

Riassume così Alexandre Bompard, Pdg di Carrefour: "La pandemia del  COVID-19 genera una situazione grave e inedita. Ci tengo a lodare l’impegno o eccezionale dello staff per assicurare la continuità degli approvvigionamenti e la possibilità per tutti i consumatori, soprattutto quelli più deboli, all’alimentazione. Già in questo esercizio la protezione dei nostri addetti e dei clienti è diventata un’ossessione e abbiamo moltiplicato investimenti e misure di sicurezza già dai primi giorni. In questo trimestre atipico le vendite soprattutto di gennaio e febbraio sono state sostenute da iniziative strategiche lanciate già da due anni e che hanno visto una crescita notevole in marzo".

A proposito di aiuti di guerra, la Fondazione Carrefour ha donato 3 milioni di euro a diversi ospedali, fra cui i nostri San Carlo e San Paolo.

Il gruppo francese ha rafforzato la competitività dei prezzi con il lancio, nei supermercati francesi, di Prime Fidelité Marche, che ha avuto successo superando le attese.

Incrementi notevoli quelli del bio (oltre +30% rispetto al Q1 2019), e dell'eCommerce alimentare che ha messo a segno un +45%.
Carrefour prosegue nella riduzione delle superfici sottoproduttive negli ipermercati (10.000 mq nel 1° trimestre), e degli assortimenti (-12% dal debutto del Piano 2020). È proseguita la penetrazione dei prodotti a marchio che in questo trimestre hanno conquistato altri 2 punti percentuali.

Apertura di 423 punti di vendita di prossimità (324 dei quali in Italia). Di seguito i pdv per tipologia e per paese:

Ipermercati

Supermercati

prossimità

Cash and carry

Francia

248

1.071

3.959

146

Europa (HF)

455

1.798

2.646

60

America Latina

188

150

530

193

Asia

175

77

-

-

Altri

141

316

58

14

Totale

1.207

3.412

7.193

413

 

La crescita comparabile del gruppo ha toccato +4,3% su gennaio-febbraio con un’accelerazione sequenziale nella maggior parte dei paesi, soprattutto Francia e Spagna.

Rispetto alle misure di confinamento, resesi necessarie da marzo 2020, Carrefour ha registrato un forte aumento del giro d’affari al consumo grazie alla crescita degli acquisti di precauzione (scorte) in particolare nella drogheria (secco) e nei prodotti a lunga conservazione. Soprattutto a partire dal lockdown i consumatori si sono orientasti verso la prossimità e i supermercati, più vicini al domicilio e più accessibili. Nel complesso, a una riduzione del numero di visite ha fatto riscontro un aumento più che proporzionale del paniere medio. 
Penalizzato il non-alimentare, e in particolare categorie come tessile, considerate non prioritarie. Senza contare che in numerosi casi le autorità locali hanno imposto la chiusura dei reparti non food.

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