"Dobbiamo rompere tutti i supermercati. E se vengono gli sbirri...". Il messaggio è diretto, esplicito e viaggia sui social, alimentato su Facebook all'interno di gruppi, rigorosamente chiusi, che inneggiano alla rivolta. E la rivolta c'è stata: il 27 marzo a Palermo all'interno di un punto di vendita Lidl un gruppo di cittadini è entrato, ha riempito i carrelli pretendendo di uscire senza pagare. E non è un fatto isolato. I gruppi "virtuali" di rivoltosi proliferano e il timore di assalti ai negozi cresce. L'obiettivo sono i supermercati, la mission è portare a casa pane e pasta ma senza un soldo in tasca.
È solo la punta dell'iceberg di una condizione economica e sociale che in tanti definiscono una pentola a pressione in procinto di scoppiare. In Sicilia la situazione, in determinate aree geografiche, è, dunque, incandescente, il disagio (palpabile sul web) si sta alimentando come un vulcano pronto a sputare lapilli.
Ad oggi le forze dell'ordine presidiano alcuni centri commerciali ritenuti a rischio. Fra questi il centro palermitano Conca d'Oro, dal quale "si può fuggire facilmente", come rivela un audio condiviso su uno dei gruppi creati ad hoc su Facebook. Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, li definisce “sciacalli e professionisti del disagio, appartenenti al sottobosco mafioso”.
La certezza è una: un'ampia fetta di siciliani ha fame, vive in quartieri dove le regole (laddove esistono) sono fai da te, aree urbane altamente popolate nelle quali il lavoro nero è ampiamente diffuso. Sono i numeri a dirlo. La Cgil Sicilia soltanto pochi mesi fa ha chiamato a raccolta la stampa per sottolineare quello che, in fondo, si sapeva già: “Il lavoro sommerso è in crescita mentre cala il numero degli occupati”.
I retailer, non hanno armi in mano, sono in prima linea, ma in questo caso è la linea del fuoco. Qualcuno in camera caritatis ci dice: “Se entrano con coltello e pistola possiamo solo alzare le braccia”.
Intanto ci si affida a uomini di Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza costretti, in questo momento di emergenza sanitaria, a presidiare alcuni punti di vendita per scongiurare la sommossa.