#Coronavirus tra economia e tecnologia: bando da 164 mln di euro

EU- Application Startup
Dalla EU, con scadenza il 20 marzo 2020, un bando per Startup e  PMI in possesso di know-how tecnologico e innovativo

La Commissione europea ha aperto un bando, con scadenza il 20 marzo 2020 alle ore 17.00, indirizzato a StartupPMI in possesso di know-how tecnologico e innovativo, applicabile alla ricerca di soluzioni volte a  trattare diverse criticità legate alla pandemia di Coronavirus.

I tempi così stretti di uscita del bando (è stato pubblicato il 13 marzo 2020), rientrano nelle misure emergenziali messe in campo dell’UE per far pronte alla diffusione del virus, e vogliono far sì che i fondi dedicati a questi progetti possano rientrare nel prossimo round di finanziamenti messi a disposizione dall’EIC (Consiglio europeo per l'innovazione) e in altre forme di finanziamento miste (che combinano sovvenzioni e investimenti azionari). È stato, infatti, stanziato un importo pari a 164 milioni di euro (procedura EIC Accelerator) e saranno presi in considerazione tutti i progetti pertinenti alla causa, ad ampio raggio. Si tratta di un approccio "Bottom-up", il che significa che saranno vagliate tutte le progettualità proposte in risposta alla call (dall’ambito Health allo Smart Working e al Distance Learning).

Tutte queste azioni rientrano nel tentativo delle istituzioni europee di contenere e gestire il meglio possibile l’emergenza in atto, che è ormai evidente non essere solo prerogativa italiana tra i paesi UE. Riconoscendo l’attuale stato d’urgenza, la Commissione europea ha dichiarato lo scorso venerdì 13 marzo 2020 che COVID-19, con un buon grado di probabilità, porterà quest'anno l'economia europea in recessione, e che la ripresa nel prossimo anno dipenderà da una risposta coraggiosa da parte di tutti gli Stati membri, oltre che da un’azione coordinata dei vertici europei.

Già oltre i confini europei, si vedono le reazioni degli altri paesi, USA in primis. Dal punto di vista economico, a sorpresa domenica 15 marzo 2020, la Federal Reserve ha tagliato i tassi di interesse di un punto percentuale, per portarli a un intervallo compreso tra lo 0 e il - 0,25%. Si tratta del secondo taglio in una settimana, proprio per consolidare le mosse a sostegno di un'economia che, globalmente interconnessa, risentirà degli effetti del coronavirus nel breve e nel medio termine. Inoltre, Alphabet, l’azienda a capo di Google, ha annunciato la collaborazione con il governo degli Stati Uniti per lo sviluppo di un sito web nazionale, con lo scopo di fornire agli americani le risposte a tutte le domande più frequenti su prevenzione, sintomi e fattori di rischio relativi al Coronavirus, tamponando la dilagante disinformazione e il conseguente panico.

In questo contesto, l’Europa, tramite le parole della presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha affermato che "faremo tutto il necessario per sostenere gli europei e l'economia europea", in una situazione che si evolve molto rapidamente. Per la Commissione, la priorità è iniettare liquidità nell'economia europea per fornire tutte le risorse necessarie al settore sanitario e alle aziende in difficoltà, in particolare le PMI. Sul piatto c’è, quindi, la possibilità di sbloccare 37 miliardi di euro da indirizzare alla crisi. Inoltre, la Von der Leyen ha promesso la "massima flessibilità" nell'attuazione delle norme dell'UE in materia di aiuti di Stato e relativamente a Patto di stabilità e crescita, ricorrendo alla clausola di crisi che permette maggiore spesa pubblica in deficit.

Al momento, la soluzione più efficiente per arginare il contagio è il cosiddetto “Social Distancing”, tanto che la campagna italiana #IoRestoaCasa si sta diffondendo sempre più rapidamente in tutti gli Stati europei . Lato food, l’EFSA, Autorità europea per la sicurezza alimentare, che ha sede a Parma, ha confermato tramite le parole di Marta Hugas, Chief Scientist EFSA, che “i precedenti focolai correlati al Coronavirus, come la sindrome respiratoria acuta grave (SARS-CoV) e la sindrome respiratoria mediorientale (MERS-CoV), dimostrano che la trasmissione attraverso il consumo di cibo non è mai avvenuta. Al momento, non ci sono prove che suggeriscano che il Coronavirus in circolo sia diverso in questo senso". Ciononostante, le autorità sanitarie del Belgio hanno recentemente deciso di non servire bistecche e carni al sangue o crude in ristoranti e bar. La stessa mensa del palazzo del Berlaymont (sede della Commissione europea) ha aderito a tale tipo di disposizioni. In generale, in tutta Europa, il trend sarà, poi, quello già in atto in Italia, di puntare tutto sul delivery e chiudere temporaneamente al pubblico le attività di ristorazione.

Lato tecnologia, la situazione causata dal Coronavirus potrebbe, andando oltre i suoi risvolti molto drammatici, permettere di fare il salto di qualità da punto di vista tecnologico (e il bando precedentemente menzionato è, ad esempio, uno dei tanti segnali in tal senso).  In questi giorni, si ricorrono su i media di tutto il mondo notizie sui più disparati strumenti tecnologici che offrono sì delle soluzioni di monitoraggio sui contagi, ma che non sempre sono conformi a regole in materia di privacy e tutela dei dati personali; scontrandosi con i sistemi garantisti dell’occidente, ed europei in particolare. La sfida tutt'altro che semplice, al di là dei dibattiti tra tecnofili, pronti a elargire i dati personali a qualsiasi costo, e i privacy advocates più integralisti, è quella di trovare soluzioni conformi a GDPR e alle altre normative in vigore, per ridurre al minimo il rischio di contagio e le violazioni della privacy.

È interessante, in questo senso, l’apporto al tema digitalizzazione e annesse sfide, che potrebbero offrire le generazioni più giovani, che, invece, si trovano spesso ad essere ai margini dei dibattiti sul tema, sia in UE che a livello nazionale. I giovani, proprio per l’uso pervasivo della tecnologia nelle loro vite, sono, infatti, quelli che toccano più con mano le vulnerabilità della sicurezza in rete, del cyberbullismo, ecc.

In un momento come questo in cui i responsabili politici in Europa stanno spingendo alacremente per sviluppare risposte politiche all'innovazione digitale frenetica con nuove idee e soluzioni per affrontare tematiche ineludibili come il Coronavirus, il contributo “disruptive” da parte delle giovani generazioni, sarebbe più necessario che mai.

Vi sarebbe la necessità di una nuova narrativa e di scopi condivisi, come è avvenuto nel caso dei “FridaysForFuture” ambientalisti, dove Greta Thumberg è riuscita a dare un’identità e una voce ai giovani di tutto il mondo, razionalizzando un modello valoriale in cui credere.

Negli ultimi anni ci sono state delle iniziative interessanti che hanno mostrato alcuni cambiamenti, come nel caso del Youth Dialogue on Internet Governance (YOUthDIG) e del Youth Internet Governance Forum (Youth IGF), piattaforme che rafforzano le competenze giovanili in ambito tech in ottica di peer education e offrono opportunità di networking. Tuttavia, non è ancora emerso un “role model” - una Greta Thunberg  della tecnologia – capace di ispirare un movimento.

Una pandemia globale come il Coronavirus potrebbe fornire l’occasione per fare sistema tra le varie generazioni ed osare con l’innovazione per fornire soluzioni tech-savvy ma allo stesso tempo, rispettose delle libertà individuali, iniziando dal diffondere sempre più buone pratiche di cyber hygiene, ovvero una serie di principi, semplici ma efficaci, che devono essere osservati quotidianamente per minimizzare, e se possibile azzerare, il livello di rischio informatico. Oggi più che mai, con una pandemia in corso, questo concetto ha valore sia in campo sanitario, sia tecnologico.

 

 

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