Supera i 10.350 milioni di euro il valore della domanda di cosmetici in Italia, alla fine del 2019, con una crescita più sostenuta rispetto agli ultimi esercizi, +2%. Anche per il 2020 le previsioni sono positive con un trend superiore ai due punti percentuali di incremento.
Ad offrire un quadro dettagliato del settore è la rilevazione congiunturale online del Centro Studi, sui dati preconsuntivi del secondo semestre 2019 e sulle previsioni relative ai primi sei mesi del 2020.
Sui fatturati impattano in misura ancora evidente le vendite all’estero, che nel 2019 toccano i 5.000 milioni di euro, per una crescita di 2,9 punti percentuali.
L'andamento all'interno dei diversi canali e nei differenti cluster dimensionali è tuttavia disomogeneo. Farmacia, profumeria ed erboristeria tornano a crescere, mentre la grande distribuzione è trainata dalle più recenti formule distributive.
Si dilata la contaminazione tra i canali classici e le nuove forme di retail, in particolare la distribuzione si conferma sempre meno definita nei canali tradizionali dove le nuove forme di vendita, come la grande distribuzione organizzata, i monomarca, i corner specializzati e il commercio elettronico concentrano i consensi dei consumatori. Questi ultimi diradano l’utilizzo delle vendite dirette e rallentano i passaggi nelle grandi superfici, restano stabili nei canali professionali.
L’omnicanalità spinge molte imprese a rivedere le proprie strategie di distribuzione, generando nuovi fenomeni di disintermediazione. Cresce, all’interno dei vari cluster, l’approccio ai nuovi prodotti, spesso a connotazione naturale, e si dilata la polarizzazione dei consumi: nuovi prodotti, magari di nicchia e non necessariamente di marca da un lato, alta gamma, brand e innovativi dall’altro.
Sul versante delle industrie, infine, prosegue la costante attenzione agli investimenti sia nell’innovazione che nei processi di internazionalizzazione, adeguandosi sempre più alle nuove realtà della digital economy.