Gli italiani sono ottimisti circa il progresso scientifico in ambito sanitario e sono bendisposti verso le nuove soluzioni tech nel medicale. A segnalarlo, l’health report 2019 ‘Il futuro della Salute’ di Gruppo Stada (rappresentato in Italia da EG S.p.A. e Crinos S.p.A.). L’indagine, volta a rilevare le conoscenze, i comportamenti, le preoccupazioni e le prospettive future della popolazione nella sfera benessere e salute, ha interessato 9 paesi europei (Belgio, Francia, Germania, Gran Bretagna, Polonia, Russia, Serbia, Spagna e Italia) e ha coinvolto oltre 18.000 persone over 18, di cui 2.000 nel nostro Paese.
Sono soprattutto gli italiani con livello sociale e di istruzione più elevato (il 58% del campione) ad avere una visione positiva circa l’evoluzione delle cure mediche, mentre il 20% mostra pessimismo, citando soprattutto le condizioni sociali e i problemi ambientali.
Nonostante la scelta di Dr Google (44%) come fonte informativa su tematiche di salute, il 71% della popolazione italiana continua a riconoscere il medico o il farmacista come referenti principali per parlare di salute.
Ai primi sintomi di malessere o di malattia non grave, circa un terzo degli intervistati (32%) si consulta con il farmacista, un dato ben superiore rispetto al 19% del resto d’Europa. Il farmacista è il riferimento primario per il 58% degli intervistati anche in caso di acquisto di un nuovo medicinale: una dimostrazione, quest’ultima, dell’importanza che le persone attribuiscono all’aspetto consulenziale, che rappresenta una delle ragioni che le porta a preferire l’acquisto in farmacia (il 78% del totale), ricorrendo in misura limitata alle proposte online.
I nostri connazionali continuano ad avere fiducia nella medicina convenzionale (66%), affidandosi al consulto con il medico o recandosi in ospedale. La relazione medico-paziente potrebbe però essere rivoluzionata dalla tecnologia: metà del panel è disposto a valutare l’ipotesi di essere curato via webcam dal medico (per una malattia minore). Mentre 6 persone su 10 sarebbero disponibili a farsi operare con l’ausilio della chirurgia robotica. Solo il 29%, invece, ricorre all’utilizzo di app per la salute o dispositivi indossabili per il fitness.
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