Circa l’eliminazione del "segreto di Stato" sul nome delle aziende che importano materia prima agricola dall’estero per rivenderli come prodotti finiti con marche nazionali, tema sollevato dal vicepremier e ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, in occasione dell'evento del Villaggio Coldiretti, è intervenuto il presidente di Federalimentare, Ivano Vacondio.
“È necessario riportare la vicenda dentro corretti confini -ha detto Ivano Vacondio-. Non si tratta di segreto di Stato, ma di una doverosa attenzione a quanto segnalato dall’Antitrust riguardo a un possibile pregiudizio sulla corretta dinamica del mercato, che potrebbe scaturire dalla messa a disposizione di dati aziendali commercialmente sensibili a un'organizzazione sindacale agricola con interessi evidenti nel settore, di cui -segnala l’Antitrust- non è possibile avere un quadro informativo sulle partecipazioni societarie a causa dell’indisponibilità di bilanci contabili pubblici”.
La questione è nata da un'iniziativa Coldiretti che ha coinvolto la giustizia amministrativa. Da un lato il Consiglio di Stato stabiliva il 6 marzo 2019 un obbligo di accesso ai dati come procedura necessaria per verificare la sicurezza del cibo; dall’altro lato il Ministero della Salute, su parere di Agcom, rispondeva a giugno che l’obiezione della potenziale rilevanza sotto il profilo concorrenziale della comunicazione dei dati a Coldiretti dovrebbe essere tenuta in considerazione quale specifica ragione di riservatezza, al fine di evitare ogni pregiudizio alle condizioni concorrenziali del settore di riferimento.
“Come ha giustamente sottolineato già una delle nostre associazioni -riprende Vacondio- siamo assolutamente tranquilli nell'affermare che i prodotti italiani sono i migliori del mondo per qualità e sicurezza e a parlare sono i numeri: con oltre 720.000 controlli all'anno da parte di diversi organi deputati, l'Italia è il paese più sicuro. A dimostrarlo, anche la trasparenza che contraddistingue i nostri prodotti, fatti nel pieno rispetto delle leggi comunitarie e nazionali in materia di etichettatura. Con ciò -ha concluso- colgo anche l'occasione per esprimere apprezzamento a nome di Federalimentare per il lavoro che viene svolto quotidianamente con serietà e professionalità a tutela dei consumatori e delle imprese dal Ministero della Salute".
Secondo Coldiretti contiene materie prime straniere circa un terzo (33%) della produzione totale dei prodotti agroalimentari venduti in Italia, a danno delle aziende agricole, dell’occupazione e dell’economia nazionale. Per il presidente di Federalimentare, la richiesta di accesso ai dati sarebbe “Pretestuosa perché, com'è noto, l'Italia non è un paese autosufficiente per quanto riguarda le materie prime e rifornirsi all'estero, nel rispetto di tutte le norme, è una necessità. Da sempre, la differenza la fa il know how delle nostre aziende e il modo in cui trasformano le materie prime in prodotti eccellenti. Come ha invitato a fare l'Antitrust - ha proseguito Vacondio – adesso aspettiamo di essere ascoltati per discutere della questione ed esporre finalmente tutti i nostri dubbi in merito a questa faccenda”.