![Panem](https://static.tecnichenuove.it/markup/2019/04/Panem-696x493.jpg)
Panem, per decenni considerata il più grande panificio d'Italia (l'attuale superficie complessiva è di circa 28mila mq) ed il terzo in Europa soprattutto dal 1989 al 2003 quando prima la Barilla e poi Gran Milano ne curarono lo sviluppo, andò poi incontro a un lento declino che insieme ad una scarsa visione strategica ne sancirono la chiusura definitiva nei primi mesi del 2018.
Il progetto industriale (studiato dalla nuova proprietà per ridare valore a storici marchi come Panem, Panitalia, Panfamiglia e Buralli) poggia su una visione moderna del mercato di riferimento e le competenze di alcune ex risorse umane Panem, ma soprattutto si avvale dell’utilizzo delle farine di Molino Rachello, azienda attenta alle intersezioni tra alimentazione e salute, in prima linea nella promozione di progetti ad alta sostenibilità ambientale. È suo il progetto di filiera 100% italiana e certificata (UNI EN ISO 22005) in ogni fase della lavorazione, avviato qualche anno fa all’interno di Oasi incontaminate, lontane da ogni forma di inquinamento.
La nuova produzione Panem è realizzata con ricette semplici e materie prime di alta qualità. Privi di zuccheri aggiunti, emulsionanti, lattosio e soprattutto conservanti come il propionato di calcio, questi nuovi prodotti sono lavorati seguendo scrupolosi controlli ed i dettami delle più stringenti certificazioni nel mondo food europeo (IFS e BRC). Vengono confezionati in un ambiente sterile, a temperatura controllata, mutuato dalla moderna tecnologia delle aziende farmaceutiche.
Lo storico marchio Panem torna quindi sul mercato e sulle tavole dei consumatori; le produzioni sono riprese all’inizio di aprile 2019 e i primi prodotti si possono già trovare sugli scaffali di importanti retailers nazionali che hanno condiviso da subito il progetto di rilancio evidenziato inoltre dalla vocazione occupazionale e sociale sul territorio della Brianza dove insiste il sito produttivo.
Il futuro di Panem sarà contrassegnato da diversi lanci nel comparto dei filoni morbidi e sostitutivi del pane; l’altissima qualità della materia prima (sia farine di filiera convenzionali che biologiche) sarà la base di ogni innovazione.