Rics invoca nuovi standard valutativi per far crescere gli investimenti in arte

Daniele Levi Formiggini, Presidente Rics Italy
La sede di Banca d’Italia a Milano ha ospitato “Fair Art: l’Arte e gli Standard Internazionali di Valutazione”, convegno organizzato da Rics sull'arte come bene d'investimento, un mercato in veloce crescita, in tutto il mondo tranne che in Italia...ecco i motivi

Rics è una realtà ben conosciuta, storica, nel mondo dei centri commerciali. Ma i suoi valutatori impegnati in tutto il mondo si occupano non solo di immobiliare, ma anche di arte, un asset class che sta vivendo una fase di gradimento crescente presso una platea sempre più ampia di investitori: in tutto il mondo...tranne che in Italia. It sounds absurd, sembra strano. Eppure. "In Italia esiste un gap di conoscenza e diffusione degli standard internazionali di valutazione -precisa Daniele Levi FormigginiMrics, Presidente di Rics Italia-. Soprattutto in un settore tradizionalmente poco regolamentato, che ora, con l’affermasi dell’arte come asset class, si confronta con un mercato sempre più globale. Il nostro obiettivo è colmare questo divario".

Daniele Levi Formiggini, Presidente Rics Italy

Rics è la principale organizzazione che, da oltre 150 anni, definisce a livello globale gli standard e regola le professioni in tutti gli ambiti specialistici del property, incluso quello dell’arte: "fra gli oltre 120.000 professionisti Rics nel mondo -aggiunge Formiggini- ci sono anche valutatori di opere d’arte, selezionati e qualificati tramite un rigoroso percorso di esame che ne verifica il livello di etica, competenza e professionalità".

Il mercato dell’arte mondiale negli ultimi anni è cresciuto per volume d’affari, grazie soprattutto al numero di investitori che iniziano a trattare l’arte come vera e propria asset class, in un’ottica di diversificazione dei propri portafogli. Il momento positivo del settore, tuttavia, sembra non riguardare l’Italia, lontana dai numeri delle piazze internazionali, come New York, Londra, Hong Kong e Parigi.

Attualmente, il mercato dell’arte nel nostro Paese rappresenta soltanto l’1% di un settore il cui volume di transazioni, a livello mondiale, nel 2017 ha superato i 63 miliardi di dollari (fonte Report 2018 di Art Basel). Un dato paradossale se si pensa che l’Italia è uno dei paesi con il patrimonio artistico-culturale più vasto al mondo.

Molte le cause che determinano il calo di vivacità del nostro mercato: scarsa trasparenza e regolamentazione del settore, sistema fiscale e mancanza di standard condivisi nella valutazione dei beni artistici sono alcuni dei numerosi aspetti che scoraggiano gli investitori e i collezionisti, nazionali e internazionali, a puntare sul nostro Paese.

Nel convegno Fair Art: l’Arte e gli Standard Internazionali di Valutazione, organizzato da Rics nella sede della Banca d’Italia a Milano, in cui si sono confrontati esponenti del sistema bancario italiano, consulenti legali e aziendali e professionisti valutatori.

Le valutazioni sono chiamate a rispondere a esigenze nuove e a standard di professionalità ed etica condivisi a livello internazionale e compatibili con quelli adottati per tutte le altre classi di investimento. Diventa sempre più urgente la professionalità dei valutatori che devono avere requisiti in termini di qualifica, esperienza, indipendenza, trasparenza nell’approccio e nella metodologia adottata.

"Quello delle valutazioni d’arte è un argomento complesso perché deve prendere in considerazione anche le differenti finalità con le quali si può acquistare un’opera -prosegue Luigi Donato, Capo dipartimento immobili e appalti di Banca d’Italia-. Banca d’Italia è da molti anni impegnata nella valorizzazione del proprio patrimonio artistico e architettonico, costituito da edifici storici, collezioni d’arte e reperti archeologici, anche attraverso operazioni di mecenatismo e mostre aperte al pubblico su tutto il territorio. L’arte, insomma, sta acquistando maggiore rilievo anche all’interno delle imprese, pubbliche e private, sia come veicolo per diffondere i valori e l'impegno sociale sia come forma d’investimento".

La valutazione delle opere d’arte in Italia è un’attività che negli ultimi anni ha assunto un’importanza crescente in vari ambiti tra cui quello assicurativo, nel quale la stima, la più corretta e "pin-pointed" possibile, è fattore determinante, anzi cruciale, per l’assunzione dei rischi; e quello del wealth management, in cui le opere d’arte rappresentano un’asset class che si integra in una strategia patrimoniale e d’investimento diversificata.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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