Solo in Italia il falso alimentare vale un miliardo di euro, secondo gli ultimi dati del Censis. Ma i numeri crescono a dismisura nel mondo, dove imperversa anche l’italian sounding, che sottrae oltre 60 miliardi di euro al settore. Ci sono aziende che in Cina hanno segnalazioni quasi quotidiane di episodi di agropirateria. Lo smart packaging, che diventa esso stesso carta di identità del prodotto ed etichetta intelligente, rappresenta un innovativo e originale sistema anticontraffazione, soprattutto per i prodotti di qualità.
Con questo obiettivo, quello di rendere semplice la verifica sul mercato di un prodotto contraffatto, è stato sviluppato Fingerimball. Un progetto che vede in primo piano il Food Chemistry, Safety and Sensoromic Lab dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, per la sensoristica e lo studio dei marker di autenticazione, e il coinvolgimento del team di ingegneri, elettronici e informatici dello stesso ateneo. Questo si è avvalso della collaborazione di più enti: Università di Salerno e di Messina, Cnr di Portici, che si occupa di materiali, e di Firenze, con l’istituto di Fisica applicata, e due partner industriali (Dolciaria Monardo e Naturemed srl).
A guidare il gruppo allargato c’è Mariateresa Russo, docente di Chimica degli alimenti all’Università degli Studi di Reggio Calabria che si occupa di sensori olfattivi, ottici e gustativi e della loro applicazione alla valorizzazione dei prodotti alimentari.
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