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Nonostante l’utilizzo del contante sia in costante diminuzione un po’ in tutta Europa, una recente indagine dello studio legale Osborne Clarke rivela che i consumatori sono a oggi più preoccupati rispetto a un anno fa per i rischi legati a possibili frodi o falle di sicurezza nel caso in cui pagamenti mobili dovessero sostituire completamente il contante nei prossimi anni.
In generale, i consumatori negli ultimi anni si sono mostrati sempre più favorevoli a utilizzare strumenti di pagamento alternativi al contante. Una recente indagine di Ing, sd esempio, ha evidenziato che il 54% dei cittadini europei utilizza contante molto meno di un anno fa, mentre circa un terzo (34%) ha addirittura affermato di essere disposto a rinunciare completamente al contante se gliene fosse data la possibilità.
Paura per le possibili frodi
Secondo quanto emerge dall’indagine di Osborne Clarke, tuttavia, le paure legate alla privacy e alla sicurezza dei dati personali potrebbero rappresentare un ostacolo a un mondo di pagamenti completamente cashless. L’81% di chi ha risposto si è detto preoccupato delle possibili frodi che potrebbero derivare dal ricorso ai pagamenti via mobile (il 12% in più rispetto allo scorso anno) e l’80% ha anche espresso dubbi circa alle possibili falle di sicurezza. In Italia la percentuale è del 79% con una crescita del 20% rispetto allo scorso anno.
Verifica dell’identità
Uno dei principali obiettivi della Psd2 è proteggere i clienti contro i rischi di possibili frodi. La direttiva prevede che dal settembre 2019 ciascun utente dovrà dimostrare di avere almeno due fra i tre seguenti elementi: il possesso (es. avere una carta di pagamento), il riconoscimento (es. la password o il Pin) e la possibilità di verificare l’identità nel momento in cui si accede al proprio account e si effettua il pagamento (es. riuscire a passare un test biometrico).
Secondo l’indagine di Osborne Clarke la maggior parte dei consumatori europei (60%) apprezza il riconoscimento attraverso l’impronta digitale, e il 57% di questi dichiara di preferirlo al più tradizionale strumento di identificazione attraverso password. Fra gli otto Paesi presi in considerazione, l’Italia è fra quelli che sembrano aver stabilito maggior confidenza con questo strumento (62%), e che comunque registra la crescita maggiore.
Il 21% afferma di essere disposto a utilizzare anche il riconoscimento vocale come strumento di identificazione. In questo caso Italia e Spagna con una percentuale del 28% sono i paesi più aperti a questo tipo di tecnologia mentre la Germania pare essere quella meno favorevole (14%)
Troppe informazioni?
Oltre al rischio legato alle possibili frodi, l’indagine rileva che il 76% di chi ha risposto è preoccupato dal dover condividere troppe informazioni personali nel caso in cui i pagamenti via mobile diventassero l’unico sistema accettato nei prossimi anni – il 25% in più rispetto allo scorso anno. In Italia questa percentuale è del 74% (+32%).