Il mercato immobiliare del commercio in Italia ha chiuso il 2017 con un fatturato in crescita del 4,2% rispetto all’anno precedente, arrivando a quota 8.650 milioni di euro. Questo cospicuo montante economico è il risultato di diversi addendi che portano a una somma di 31 operazioni immobiliari. Il 44% (805 milioni di euro) di quei quasi 8,7 miliardi di euro sono assorbiti dall'immobiliare nelle high street: 13 immobili su 31 per un valore complessivo superiore a 800 milioni di euro sono collocati nelle vie ad alto traffico dei centri urbani, anzi del centro urbano di Milano, che cuba metà di quel valore (423 milioni di euro) seguito da Roma e poi Bologna, Bolzano, Padova, Novara, Treviso.
"Gran parte della spinta alla crescita è arrivata soprattutto dall’aumento delle quotazioni -aggiunge Clara Garibello, direttore area Ricerca di Scenari Immobiliari- tornate a salire nel 2016 dopo anni di continui cali. Per il 2018 si attende un incremento ancora più sostanzioso, pari a 5,2 punti percentuali, che sarà sostenuto sia da un ulteriore incremento delle quotazioni che da alcune operazioni già in parte annunciate, insieme al completamento di nuove iniziative".
Nel 2017 hanno aperto 15 tra centri commerciali e outlet, e fra nuovi sviluppi, ampliamenti e ammodernamenti, con un investimento superiore ai 760 milioni di euro.
La fase ascendente delle quotazioni iniziata nel 2016, dopo oltre un lustro in continua discesa, si è mantenuta anche nel corso del 2017. I prezzi medi di vendita del comparto commerciale italiano sono aumentati dell'1,4%, con un incremento maggiore per la Gdo (+1,7%) e più contenuto per la piccola distribuzione (1,1%).
La Gdo ha registrato gli incrementi maggiori, soprattutto nelle regioni del nord, con un aumento annuo del 2,3%. Più moderati gli incrementi nelle regioni del centro e sud rispettivamente +1,8% e +1%.
Oltre a questi, e altri dati, presentati a Milano nel corso di Duemila vetrine. Le migliori esperienze nel retail italiano, il Rapporto di Scenari immobiliari si è focalizzato sulle vie centrali di Milano e Roma, che sono anche le due calamite più potenti per gli investitori internazionali.
Milano è al primo posto tra le destinazioni preferite per viaggi di shopping su scala mondiale.
Nelle vie del lusso di Milano (le vie Monte Napoleone, Sant’Andrea, Verri, Spiga (via della), e Manzoni: il Quadrilatero della moda) il cambio delle insegne è contenuto e si registra una maggiore flessibilità nei canoni di locazione, spesso con affitti variabili in funzione dell’andamento del fatturato.
La domanda di immobili commerciali in aqueste vie da parte degli investitori istituzionali è in costante aumento. Cresce il numero dei fondi dedicati a questo mercato, caratterizzati da un approccio conservativo che cerca prodotti specifici. Più in generale, secondo la rilevazione di Scenari Immobiliari, a Milano l’acquirente percorre oltre due chilometri (2.120 metri) nelle vie del lusso (tra Monte Napoleone, Verri, Sant’Andrea, della Spiga e Manzoni) incrociando 508 vetrine (più 130 ingressi con vetrine) quasi un'unica esposizione sul mondo delle ultime tendenze della moda.
ROMA
Le high street romane di maggior rilievo con i brand dei segmenti più alti, sono via dei Condotti, piazza di Spagna, via Frattina e via del Babuino. Insieme concentrano circa 273 esercizi commerciali, ai quali corrispondono 260 vetrine (più 87 ingressi con vetrina), il tutto in poco più di 1.300 mt di strada percorribile.
"Lo spazio fisico nell’esperienza d’acquisto –aggiunge Clara Garibello - è una variabile strategica a importanza crescente, utile a contrastare le derive dell’impatto dell’online sul commercio tradizionale e sui timori che in questo senso affliggono gli scenari futuri. Diversi elementi concorrono nelle singole vie nel creare esperienzialità uniche, irripetibili, attraverso le quali i retailer instaurano un dialogo con il proprio pubblico di consumatori. È il caso di c.so Vittorio Emanuele a Milano, dove il comune denominatore tra i negozi è la una vetrina continua, oppure la vetrina unica stondata. In questo caso è tutto il negozio ad essere in esposizione e non soltanto la merce, con un effetto da palcoscenico. Nelle prime high street, come ad esempio via Monte Napoleone oppure via Sant’Andrea a Milano, oltre al singolo negozio, è spesso l’intero palazzo a rappresentare il brand. Lo spazio fisico si dimostra ancora una volta vincente come luogo di contatto tra acquirente e retailer, nel quale lo scambio è emozionale e di servizio, oltre che di prodotto".
(Continua. Seguirà un altro articolo sulla presentazione)