Partiamo da un dato di fatto: l’Italia non è la Germania. “Noi siamo un Paese diviso. Viviamo ancora una questione meridionale che deve essere affrontata, e un tasso consistente di disoccupazione femminile e giovanile”. Il ministro ai trasporti e alle opere pubbliche, Graziano Delrio, intervistato da Andrea Cabrini di Class Cnbc, ammette: “Il nostro è un Paese fragile che spende 3 miliardi di euro all’anno per riparare i danni idrogeologici e altrettanti per quelli sismici”.
Come favorire la crescita? “Dobbiamo agevolare le aziende”. Dal pubblico arriva la domanda sul made in Italy. “Come valorizzarlo?”. Serafico risponde: “Dobbiamo esserne fieri. Noi proteggiamo il nostro marchio. Abbiamo agevolato l’agricoltura e valorizzato la cultura del nostro Paese”. Delrio tiene a precisare: “La nostra non è un’economia malata”.
Inevitabile la domanda sul caso Alitalia. Ma il ministro glissa. “Voleremo ancora con la nostra compagnia di bandiera?” chiede Cabrini. “Questo dipenderà dal mercato – risponde – e da chi deciderà di investire”.
Più preciso se si parla di legge elettorale e del Rosatellum caldeggiato dal Pd. “Dobbiamo adottarci di un nuovo sistema elettorale che garantisca governabilità – dice – Il proporzionale fu modificato perché di fatto l’Italia non decideva, i partiti si scontravano. Ritengo che una quota di maggioritario dunque sia necessaria. Ripeto: non siamo la Germania”. Auspica comunque una soluzione rapida e aggiunge: “Una democrazia che non decide spiana la strada ai populismi”.
Stando all’argomento principe de Linkontro, l’agilità, Delrio spiega: “L’Italia ha un problema di attuazione non di rapidità di scelte”. E per chiarire quanto sia agile il governo che rappresenta aggiunge: “Stiamo informatizzando il sistema della pubblica amministrazione rendendo tutto più trasparente e veloce”.