Senza zucchero. Senza glutine. Senza sodio. Senza lattosio. Senza olio di palma. Senza grassi. Dalla nicchia al largo consumo, l’offerta del “senza” cresce a ritmo incalzante e quella che prima era la scelta obbligata di pochi oggi è diventata la scelta consapevole dei più. Per le aziende è il momento di intraprendere strade chiare e di raccontarle con trasparenza e i brand si stanno attrezzando non solo per aggiornare processi, ricettazioni, offerta, ma soprattutto per trovare nuovi linguaggi. Per cominciare, non è più sufficiente aggiungere sul pack di sempre un inserto che annunci a gran voce “senza olio di palma”: la decisione di eliminare l’ingrediente sembrerà più un male necessario imposto dal mercato, che una strada consapevolmente e responsabilmente agìta dall’azienda. È fondamentale trovare un modo proprietario di raccontare il “proprio” cambiamento, in modo diverso da quello di qualunque altra azienda e in grado di testimoniare l’impegno del produttore nel trovare risposte autentiche e ragionate ai bisogni delle persone. Oltre la trasparenza poi, la vera opportunità è trasformare il “senza” in un “più”: da prodotto privativo o punitivo a offerta di “gusto a cuor leggero”, un’indulgenza da concedersi senza sensi di colpa e senza timori per la salute e il benessere. Così se un tempo il case study era Valsoia, con il suo stile sobrio e funzionale, oggi il nuovo riferimento potrebbe essere So Delicious, il brand dairy free che il suo linguaggio “alla Magnum” sta facendo scuola. La chiave: trasformare un prodotto vegetariano per vegetariani in un prodotto buono e gustoso fatto con ingredienti vegetali in un ottimo prodotto realizzato con ingredienti alternativi.
Gli opinionisti di Mark Up – Roger Botti
Generazione “senza”: non più nicchia (da Mark Up n. 254)