Sono di quella razza che sfugge le interviste, lavoratori, figli di un Veneto che ha dato i natali a molte pmi italiane, ma loro non sono più, da tempo, una pmi. Loro sono Eurospin: più di mille punti di vendita, sparsi in tutto il Paese. Abbiamo incontrato Romano Mion che di Eurospin è uno dei fondatori e lo abbiamo intervistato.
Avete avuto uno sviluppo importante negli utlimi anni, facciamo il punto?
Abbiamo circa 1.050 pdv in tutta Italia, l’unica regione che mancava era la Valle D’Aosta, ma abbiamo aperto anche lì un mese fa, a San Cristoforo (Ao). Poi siamo presenti in Slovenia con altri 48 store. In Italia, abbiamo aperto al ritmo di 50 negozi l’anno, e continueremo così, con l’obiettivo di aprire 1.500 pdv: 60 milioni di abitanti diviso 40 mila. Ecco come abbiamo definito l’obiettivo, in maniera semplice. Abbiamo circa 12 mila dipendenti, 10-12 per ciascun pdv.
Lei cita spesso la semplicità come ingrediente principale del vostro operare. Mi spiega che cosa intende per “semplicità”?
Semplicità vuol dire saper cogliere i cambiamenti anche nei piccoli dettagli, perché quelli grandi li vedono tutti; vuol dire la capacità di osservare i clienti e il
mercato. Significa rimanere piccoli nel modo di ragionare, anche quando l’azienda cresce. Oggi vediamo un cambiamento enorme, si parla di innovazione dirompente: direi cambiamento dirompente. E speriamo di stare al passo.
Come la mettiamo con l’eCommerce?
Lo facciamo da tanto tempo per i viaggi e siamo diventati bravini. Per il resto, la nostra priorità è il negozio fisico, perché riteniamo che sia l’unico modo per acquisire clienti. E anche nell’e-Commerce c’è tanta fisicità: da bambino, andavo con mio padre a raccogliere gli ordini casa per casa, e poi consegnavamo la merce. Adesso è cambiata la tecnologia, ma il metodo è identico: alla fine è la logistica che fa la differenza, essere capaci di consegnare in 24 ore e anche meno.
Ma il cliente Eurospin vuole l’eCommerce?
Secondo me sì: il cliente Eurospin vuole l’eCommerce, ma bisogna capire con quale modalità.
Come fate a essere flessibili?
Segreti non ne abbiamo: facciamo in maniera semplice le cose complicate. Le aziende si dividono in due: quelle che funzionano e quelle che non funzionano. La nostra organizzazione si distingue per l’organizzazione, che è, nello stesso momento, verticale e orizzontale, con un buon equilibrio. Orizzontalità vuol dire dare molta responsabilità ai capi negozio, pur con direttive centrali molto chiare e importanti, perché occorre collocarsi correttamente sul territorio. Infatti, c’è una grande differenza tra un pdv collocato in città e uno in un quartiere di periferia: cambia la richiesta di servizio, superiore in città, e anche l’assortimento e, pur con le stesse referenze, le muoviamo molto a seconda della location. Occorrono verticalità e orizzontalità allo stesso tempo. Il negozio è un po’ come un hotel a conduzione famigliare: adesso e in futuro dobbiamo formare i nostri capo negozio ad avere la passione del servizio al cliente: sarà quella a fare la differenza.
Struttura.
Eurospin Italia ha il controllo di sei società territoriali, ovvero Spesa Intelligente, quella nata per prima e che opera in 9 regioni del nord, poi Eurospin Tirrenica, Eurospin Lazio, Eurospin Puglia ed Eurospin Sicilia. La società controllante si occupa delle condizioni d’acquisto, della progettazione dei pdv e di tutto quanto occorre centralmente, mentre le controllate si occupano della vendita, sono proprietarie dei pdv e fanno lo sviluppo. I consigli di amministrazione sono molto agili: tre persone in ogni società controllata.
Qualcuno dice che la vostra politica di sviluppo è molto aggressiva ... persino troppo ...
Potrei raccontare la storia dei miei 40 anni di attività, simile a quella di molti miei colleghi, ma alla fine lo sviluppo riesce quando c’è molta determinazione, forza e competenza nel portare avanti i progetti, perché le difficoltà si trovano dappertutto. Oggi non è più come una volta: basta avere idee chiare e professionisti veri e si può aprire in tutta Italia, con qualche difficoltà in più in alcuni comuni, ma superabili.Riguardo alla concorrenza, penso che più siamo, più creiamo attrazione, quindi il concetto di parco commerciale può funzionare, se l’offerta è differenziata. Infatti una delle mie regole è che deve esserci il coraggio di essere diversi; se nonc’è, non può funzionare niente. Da parte nostra, però, odiamo i “condomini”: infatti siamo in pochissimi centri commerciali. Siamo interessati anche alle grandi città, ma è difficile trovare la location giusta. La nostra filosofia di sviluppo non consiste nel coprire terreni vergini, ma nel riqualificare strutture già costruite e magari in disuso, anche per una questione di sostenibilità.
Aldi le fa paura?
Mi dà fastidio, non mi fa paura, come ogni concorrente. Sono un po’ invidioso di Aldi perché sono riusciti ad andare all’estero, negli Usa, in maniera importante. Però si spacciano per italiani, un po’ come Lidl che ha addirittura sponsorizzato la Nazionale. E questo dà fastidio. Cercheremo di correre a differenziarci ulteriormente.
Acquisterebbe Esselunga?
Esselunga è il mio idolo, ma so già che non me la posso permettere. È il mio idolo perché ha un’organizzazione eccezionale derivata da quella americana del Dopoguerra, ma rimane tra i sogni perché, come Eataly, è un’azienda legata alla persona. Anche Eurospin lo è un po’, anche se abbiamo spinto molto sulla managerialità.
Ha collaborato Barbara Trigari