Un mercato che a livello globale arriverà a coinvolgere 427mila veicoli e 36 milioni di membri iscritti, con aumento rispettivo del 14,3% e del 16,4% nell’arco di dieci anni. Questi i numeri del car sharing stimati dallo studio di Frost & Sullivan, che confronta lo stato dell’arte al 2015 con un probabile scenario 2025.
In questo lasso temporale ad evolvere in modo massiccio saranno anche i tratti qualitativi del servizio, influenzato da numerosi fattori: la crescente automazione dei veicoli, il peggioramento del traffico e dell’inquinamento, i progressi tecnologici e le iniziative governative. Da qui una prevedibile aggregazione degli operatori in gruppo più ristretto di competitor destinati ad espandersi anche ai sistemi di trasporto pubblico. Ad oggi, i principali player sono: DriveNow e ReachNow di Bmw, Car2Go di Daimler, Zipcar, Bollore Group e Gm.
Nuove possibilità. Per gli utenti diventerà possibile prenotare biglietti sia dell’auto che del treno attraverso un’unica app mobile, usufruire di funzionalità come il parcheggio automatico e di nuovi modelli ibridi ed elettrici. In futuro, inoltre, è ipotizzabile che i modelli di car sharing arriveranno ad includere i servizi peer-to-peer e aziendali nella stessa piattaforma, per consolidarsi con servizi di mobilità adiacenti come leasing, noleggio auto e bike sharing.
Convenienza, flessibilità e sicurezza della formula aumenteranno e l’innovazione partirà innanzitutto dalle città con popolazione superiore ai 300mila abitanti, dove al momento si concentrano i servizi a tratta singola. Parliamo di un comparto connotato dunque da un grande potenziale di sviluppo, che suggerisce alle aziende nuove interpretazioni del termine integrazione.