Esiste un prima e un dopo Masterchef nella gastronomia italiana, un punto zero dovuto all’incontro tra cucina e televisione che ha fatto conoscere al grande pubblico una ristretta cerchia di cuochi fino a qualche anno prima patrimonio esclusivo di buongustai. L’alta cucina è diventata un luogo comune, nel senso che si è trasformata in un territorio semantico alla portata di telespettatori e utenti che la considerano una delle forme di intrattenimento più seducenti del momento. Per tale ragione i cuochi più raffinati, quelli più originali e con la maggiore reputazione sono diventati i nuovi divi del nostro tempo. Francesco Alberoni le chiamava élite senza potere per evidenziare il fatto che, pur privi di un potere formale, essi esercitano una enorme influenza sui pubblici perché ne contaminano l’immaginario, modificano i costumi e s’impongono come dei modelli da seguire e da imitare. Con l’avvento della televisione e del web, la natura ordinaria è divenuta un requisito indispensabile per divenire celebrità perché, come spiegano i sociologici, il pubblico è alla ricerca di mutualità, quindi per lo spettatore è indispensabile che i divi siano presenti nel proprio campo ma che, allo stesso tempo, il pubblico possa accedere al campo sociale del divo.
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