![n.f.](https://static.tecnichenuove.it/markup/2016/08/n.f.-696x522.jpg)
Studiando presso l’Accademia delle Arti Culinarie di Sottomarina di Chioggia, il giovane appassionato di pasticceria Nicola Fiasconaro, da Castelbuono (Pa), un bel giorno incontra le paste acide. È così che scocca la scintilla che ancora oggi è il motore della sua azienda. Fiasconaro, infatti, in terra di Sicilia, si mette a produrre panettoni e dolci da ricorrenza, mixando la tradizione del nord con il patrimonio dolciario siciliano e la sua storia bimillenaria.
L’obiettivo è il “born in Sicily” per ciò che concerne tutte le materie prime impiegate nella produzione. A spiegarlo è Nicola, il primo pasticcere, coadiuvato in azienda, dagli altri due fratelli Fausto, responsabile dello showroom e Martino, capo dell’amministrazione, tutti figli del pasticcere Mario che iniziò, a metà degli anni Cinquanta. Nicola, oltre a raccontarci la storia dell’azienda legata a doppio filo con le eccellenze di Sicilia, ci rivela che esiste un progetto di valorizzazione del patrimonio di questa terra. “Ancora oggi mi reco personalmente nei campi a scegliere le fragoline e gli agrumi, che poi mando a candire a Napoli. Abbiamo anche iniziato un progetto sperimentale per la produzione sull’isola di uva sultanina, che oggi acquisto in Australia. La nostra idea è quella di arrivare, nel giro di cinque anni, a una produzione completamente ‘born in Sicily’, che comprenda anche il grano adatto per i dolci e il burro. Questo potrà avvenire con la collaborazione dei nostri contadini, che supportiamo perché diventino veri imprenditori agricoli”. Panettoni e colombe, realizzati con una fortissima connotazione artigianale, sono infatti il punto di forza dell’azienda pur avendo ampliato i suoi volumi. Un milione sono i lievitati sfornati (tra le referenze natalizie e pasquali), che richiedono sempre tre giorni per la lievitazione (e non le 10-15 ore dell’industria), in 18 diversi gusti, unitamente a torroni, creme, mieli e marmellate, passiti e bollicine. Il progetto di stimolo della filiera si accompagna a una produzione di alta qualità. O, come precisa meglio Nicola Fiasconaro, “senza compromessi”: il che significa, per esempio, affidarsi alla manualità; continuare a innovare grazie alle collaborazioni con il mondo accademico (il Dipartimento dell’agroalimentare dell’Università di Catania e il Master di II livello in Cultura e comunicazione del gusto, promosso dall’Ateneo di Palermo in collaborazione con il Ministero del Lavoro).
L'intero articolo su Mark Up n. 252