La proliferazione dei diversi punti di contatto con i consumatori (o potenzialmente tali), unita alla possibilità di profilarli e rivolgere loro messaggi sempre più rilevanti e personali, richiede la capacità da parte delle aziende di saper creare contenuti in modo scalabile e automatizzato. All’outbound marketing, che vedeva nella ripetizione di un messaggio unico ripetuto il più alto numero di volte possibili il vero valore di comunicazione, si è andato sostituendo l’inbound marketing e cioè la capacità di attrarre gli utenti proponendo loro i contenuti che si aspettano di vedere. Non una invasiva (spesso fastidiosa) parentesi di “informazioni per gli acquisti” all’interno della navigazione dentro le pagine internet visitate, ma un contenitore di informazioni rilevanti e coinvolgenti che gli utenti desiderano effettivamente consultare.
L’onere editoriale di accattivarsi l’attenzione degli utenti con contenuti freschi, sempre aggiornati ed efficaci è oggi trasversale. Qualunque azienda è oggi a suo modo un publisher, un editore. Al fine di comprendere se le aziende siano pronte ad affrontare questo cambiamento Accenture Interactive ha condotto un sondaggio su 1.000 senior executive con responsabilità decisionali, situati in 17 paesi e 14 settori industriali, finalizzato a comprendere meglio le strategie, le attitudini e gli insight per la gestione dei contenuti digitali all’interno delle loro organizzazioni. Lo studio evidenzia come la totalità dei responsabili marketing ritenga i contenuti digitali una priorità aziendale, riconosca la necessità di adottare nuove misure per affrontare le esigenze future e presenti -dalla ridefinizione delle strategie dei contenuti allo snellimento delle attività quotidiane- con la evidente criticità di dover mettere in pratica tutte le azioni in maniera efficace.
L'intero articolo su Mark Up n. 251