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Al convegno oltre al presidente Nicola Augello e al Senatore Pietro Ichino, hanno partecipato Armando Tursi – Ordinario di Diritto del Lavoro Università Milano, Mirco Ceotto – Segreteria nazionale Fisascat Cisl, Francesco Quattrone – Federdistribuzione, Ilaria Feola – Ministero del Lavoro
“Il Protocollo Anasfim diventa il parametro di riferimento per lo standard di settore sostituendo, per la prima volta nella storia del sistema delle relazioni industriali in Italia, il contratto collettivo nazionale”, afferma il senatore Pietro Ichino, già ordinario di Diritto del Lavoro, relatore al convegno Anasfim tenutosi a Milano lo scorso 10 giugno, e prosegue “Non nasce un nuovo contratto collettivo nazionale, infatti l’accordo Anasfim si colloca nella categoria individuata dal contratto collettivo del terziario, ma per la prima volta lo si individua come parametro in relazione alla specialità del settore del marketing operativo e alle sue esigenze, e questo viene riconosciuto dal ministero del Lavoro, Direzione Generale Attività Ispettiva, il 24 maggio 2016”.
Anasfim che è l’Associazione Nazionale Aziende Servizi di Field Marketing, affiliata a Confesercenti, secondo il presidente Nicola Augello, raggruppa circa 60 imprese del settore, in rappresentanza di circa due terzi del mercato di riferimento. In tale comparto si stimano circa 100 mila occupati. Il 7 dicembre 2012 ha sottoscritto con Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil un accordo quadro per la contrattazione di 2° livello per disciplinare l’inquadramento contrattuale delle figure professionali del promoter e del merchandiser che si inserisce nel quadro normativo definito dal Contratto Nazionale del Commercio Ccnl per i dipendenti da aziende del Terziario della Distribuzione e dei Servizi. “Abbiamo sicuramente ottenuto una confortante risposta da parte del ministero -chiosa Augello- una nota che chiarisce in modo limpido quali devono essere le dinamiche di verifica e di tutela della categoria. Speriamo che il Marketing operativo 2.0 da noi auspicato sia finalmente un orizzonte nel quale competere per le capacità e magari le diverse caratteristiche che le aziende offrono, e non in virtù di escamotage, furberie e intuizioni illegittime, utilizzate solo per abbattere semplicemente il costo del lavoro e creare condizioni di concorrenza sleale ”.
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