La notizia è stata diramata nella sera del 23 marzo, segno di un closing intenso e complesso. Ma adesso c’è l’ufficialità: Bpm e Banco Popolare si fondono e danno origine al terzo gruppo bancario italiano con 2.500 sportelli (quota dell’8%) e 4 milioni di clienti. Ma ciò che forse conta maggiormente è la leadership in Lombardia (con oltre il 15% di marketshare) e le posizioni da podio in Veneto (terza banca con il 9%) e in Piemonte (terza banca con il 12%). Altro elemento di grande potenziale è la presenza in aree di business specifiche quali asset management, private banking, corporate & investment banking, bancassurance e credito al consumo. L’operazione prevede oneri di integrazione stimati in circa il 150% delle sinergie di costo. La nuova Capogruppo (che avrà due headquarters, Milano e Verona) ha un capitale suddiviso al 46% proveniente dai soci della Bpm e al 54% dai soci del Banco Popolare (quando quest’ultimo avrà effettuato, come concordato, un aumento di capitale di un miliardo di euro).
Le dimensioni raggiunte
La nuova Capogruppo avrà una capitalizzazione di borsa (al 22 marzo 2016) di 5,5 miliardi circa ante aumento di capitale e i seguenti parametri;
- 4 milioni di clienti e 2.500 filiali;
- attivo totale di oltre euro 171 miliardi;
- raccolta diretta di 120 miliardi a fronte di impieghi per euro 113 miliardi;
- raccolta indiretta di 105 miliardi (56 miliardi gestiti)
- oltre 25.000 dipendenti;
- 3° gruppo bancario in Italia, (8% di quota negli sportelli):
- 3° operatore nel nord Italia con quota 11% di mercato
Opportunità e sfide
Come dichiarato dai vertici delle due banche, il territorio di pertinenza e operatività è uno dei più importanti di Europa per ricchezza, sviluppo economico e opportunità di business. La fusione dei due soggetti determinerà un potenziale di penetrazione maggiore rispetto agli impieghi sommabili oggi dai due soggetti separati (grazie anche all’aumento di capitale di Banco Popolare), e la competenza territoriale che rende maggiormente competitiva l’azione. Oggi Banco Popolare ha sostanzialmente tutti i parametri basilari superiori a quelli della Bpm (gestione attiva, dipendenti, ampiezza di rete ecc); tuttavia Bpm presenta numeri migliori con sofferenze che sono poco meno di un quarto di quelle del Banco Popolare. Il nuovo soggetto avrà una forte connotazione retail e, in un periodo di grande trasformazione, questo rappresenta una sfida in termini di declinazione degli sportelli e dell’azione sui clienti finali. Rispetto alla definizione di branding della Capogruppo, nulla è ancora trapelato.