La prima edizione dell’Osservatorio di Netcomm sull’eCommerce b2b in Italia mette in luce un fenomeno in rapida crescita che oggi si stima possa valere tra i 18 e 23 miliardi di euro. L’indagine ha preso in considerazione un campione di 500 imprese italiane con modelli di business assimilabili al B2b e B2Retail. Di queste oltre la metà (55%) dichiara che la digitalizzazione della filiera rappresenta una grande opportunità di sviluppo; il 46% interpretata la digitalizzazione in modo più radicale come una rivoluzione dei modelli di business. Ma quali caratteristiche hanno le imprese italiane che fanno eCommerce B2b? A questa domanda risponde l’Osservatorio di Netcomm realizzato in collaborazione con Assolombarda, Cribis DB, Ibm, Infogroup, Noovle e Posteitaliane. I siti di commercio elettronico b2b italiani sono 7.500 (il 38% dell’ecommerce complessivo) a cui corrispondono altrettante imprese di cui 3 su 4 di dimensione micro con meno di 5 dipendenti.
Tutti i settori
Il panel di indagine preso in considerazione dall’Osservatorio comprende imprese appartenenti ai settori manifatturieri e commerciali. Analizzando più in dettaglio i risultati si scopre come il 44% delle imprese abbia bypassato il canale commerciale tradizionale vendendo direttamente al cliente finale. Il 24% ha attivato servizi digitali di interazione con il cliente nelle fasi pre e post vendita. Tuttavia si tratta di un fenomeno agli esordi perché il 56% delle imprese non ha ancora attivato nessuna attività o servizio digitale connesso con i processi commerciali. Gli investimenti nella digitalizzazione dei processi commerciali di filiera negli ultimi 12 mesi ha coinvolto solo il 53% delle imprese appartenenti al panel dell’Osservatorio ma, spesso, tali investimenti hanno coinvolto esclusivamente lo sviluppo dei contenuti relativi ai prodotti e il web marketing (76% e 64% rispettivamente). In linea di massima emerge un rilevante disallineamento tra le modalità operative che le imprese hanno in essere circa i processi commerciali e la diffusione del mobile con annesse modalità attraverso i quali l’utente finale nel B2c si muove tra i siti di commercio elettronico.
Focus su marketplace
L’Italia marca un forte ritardo nei marketplace B2b orizzontali e nei primi 50 al mondo è assente. Di questi 50, il 68% è di orgine asiatica e i primi 10 sono aperti solo a fornitori cinesi e indiani. La situazione si ribalta per quanto riguarda i marketplace verticali di tipo settoriali dove tra i primi 50 ben 7 sono di origine italiana. Di questi tre operano nel tessile e abbigliamento e due nel food&beverage. Gli spazi di crescita nell’utilizzo dei marketplace da parte delle imprese italiane sono molto importanti: allo stato attuale solo l'8% delle imprese appartenenti al panel di indagine ha dimostrato di conoscere almeno un marketplace internazionale. Tuttavia, l’adesione a questi luoghi di business produce risultati sensibli come uno studio mirato sulle aziende italiane presenti in Alibaba dimostra: il 50% ha trovato nuovi clienti.