Ottimi segnali dall’esordio della campagna olivicola, i cui primi dati sono emersi nel corso di una riunione del Consiglio Oleicolo Internazionale (Coi) a Madrid. Secondo le stime la produzione mondiale si attesterà sulle 3 milioni di tonnellate, un incremento del 22% rispetto allo scorso anno, mentre in Italia l’aumento sarà addirittura del 58%, pari a 350mila tonnellate complessive.
Si tratta di “un segnale di speranza per tutto il settore, che ha pesantemente sofferto della scarsa quantità e qualità della produzione nazionale, flagellata dalla mosca olearia in tutta Italia e dalla Xylella in Puglia”, sottolinea Giuseppe Masturzo, Presidente di Federolio.
Dati di buon auspicio sui quali dunque non ci si deve adagiare, come concorda Giovanni Zucchi (in foto), Presidente di Assitol, che ribadisce: “Da sempre l’Italia ha un grave deficit produttivo, pur essendo il secondo Paese al mondo dietro la Spagna, che si stima produrrà circa 1milione e 200mila tonnellate, facendo segnare un +38% rispetto allo scorso anno”.
La strada del futuro dovrà pertanto essere delineata sui tre fondamentali asset di modernizzazione della produzione, miglioramento della competitività e tutela della qualità, a partire da una tracciabilità trasparente. Questa la ricetta di cui si ribadiscono bontà e imprescindibile necessità.