Una perdita di fatturato che potrebbe attestarsi tra i 600 e i 700 milioni di euro. Questi i numeri resi noti da Federdistribuzione, che stimano il danno subito dalle vendite in relazione all’esordio dei saldi invernali 2016 di martedì 5 gennaio, la data fissata nella maggioranza delle regioni italiane.
D'accordo Confimprese, che sottolinea con forza come iniziare i saldi di fine stagione di martedì, penalizzerebbe il mercato e i suoi operatori, riducendo le vendite del week-end precedente e togliendo la spinta iniziale agli stessi. Nel primo fine settimana, infatti, i saldi invernali sviluppano di norma il 20% del loro valore, pari a circa 1,2 miliardi di euro.
Le due associazioni di categoria chiedono pertanto all'unisono l’avvio anticipato dei saldi a sabato 2 gennaio. "I dati rilevati dalle nostre catene parlano chiaro: dopo Natale le vendite si arrestano in attesa dei saldi", indica Mario Resca, presidente Confimprese. L’anticipo nelle due giornate di festa porterebbe pertanto "beneficio a tutti gli attori del sistema e per primo al consumatore, che può fare shopping quando è libero dagli impegni lavorativi".
“Il nostro auspicio – commenta Giovanni Cobolli Gigli, Presidente di Federdistribuzione - è che la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome tenga in considerazione le valutazioni espresse dalle più rilevanti associazioni della Distribuzione Moderna e voglia esprimersi per favorire con i saldi invernali la creazione di un momento importante di sostegno ai consumi, in grado di ridare fiducia alle famiglie e agli operatori della distribuzione”.