Real-time marketing? C’è chi lo sta facendo davvero bene, imparando a cavalcare l’onda dell’attualità con scioltezza e una certa dose di efficace ironia.
Fare newsjacking e comunicazione istantanea agganciando eventi contestuali e brandizzandoli richiede una certa dose di creatività autentica e buon gusto.
Sia che si tratti di avvenimenti a sfondo gossip (si pensi alla separazione tra Angelina Jolie e Brad Pitt), a sfondo politico, sociale o di cronaca (dall’elezione di Donald Trump alla morte di una star hollywoodiana), la linea tra epic fail ed epic win sui social è particolarmente sottile. Una volta premuto il tasto “pubblica” non si può mai davvero tornare indietro.
Il real-time marketing, soprattutto quello più genuino (ovvero: non pianificabile in anticipo perché basato su fatti inattesi), richiede pertanto una certa dose di reattività e raffinatezza. Per risultare efficaci bisognerà infatti esprimersi con coraggio, magari un po’ di irriverenza e prendere in qualche modo “posizione”. Proprio per la stessa ragione, tuttavia, si corre il rischio di urtare qualcuno, apparire forzati o peggio opportunisti.
E dato che non parliamo tanto di algoritmi scientifici quanto di linguaggi ispirati, passiamo agli esempi pratici. Volete sapere chi sono i 4 brand che abbiamo stabilito meritino un plauso in materia di real-time marketing grazie alle loro attività recenti? Eccoli qui, in ordine rigorosamente alfabetico:
1- Ceres
Un marchio di fronte al quale inchinarsi per l’abilità di coinvolgere il target in modo costante, dinamico e con una comicità che pare quasi innata: Ceres sui social mostra di conoscere la propria audience e di saper dialogare con essa alla pari, come un amico burlone. Dal finto-sequestro di Lapo Elkann alla questione "frigoriferi abbandonati" sollevata dal Sindaco di Roma Virginia Raggi, lo stile non manca mai.
2- Lego
Un lutto nel mondo dello spettacolo è visto dai brand quasi sempre come opportunità da questo punto di vista. Gli errori e i casi negativi spopolano: da Cheerios con Prince a Cinnabon con la morte di Carrie Fisher, la principessa Leia/Leila di Star Wars appena scomparsa. A centrare in pieno il giusto mood al riguardo è stato invece Lego, che con una semplice frase abbinata al Lego della principessa ha manifestato un affetto dall’apparenza autentica. Naturalmente, la tradizione esemplare dell’azienda come produttrice di branded content è stata di supporto: se Lego avesse di punto in bianco creato il personaggio di Leila ad hoc per la sua morte sarebbe rientrato più probabilmente nella casistica “opportunisti”.
The toughest princess in the galaxy. We'll miss you, Carrie. pic.twitter.com/B63zm0AT8K
— LEGO (@LEGO_Group) December 27, 2016
3- Poltronesofà
In occasione del cambio di Governo italiano seguito all’ultimo referendum costituzionale, Poltronesofà ha portato a casa un goal secco in quanto a real-time marketing, dando vita a un filone di post di successo. Anche in questo caso: un’ironia centrata e perfettamente integrata all’identità del marchio. La popolarità di un post, che si rivolgeva direttamente all’Onerevole Denis Verdini, ha addirittura visto il protagonista intervenire direttamente con un commento, portando a un divertente botta e risposta.
4- Spotify
L’ex-presidente degli Stati Uniti Barack Obama aveva espresso simpatia per la piattaforma di musica streaming Spotify, da lui stesso utilizzata, e al termine del proprio mandato aveva ipotizzato con una battuta di andare a lavorare per l’azienda. L’occasione è stata prontamente colta da Spotify, che ha pubblicato l’offerta di lavoro “Presidente delle Playlist” e invitato attraverso il proprio fondatore e Ceo Daniel Ek l’ex-presidente a candidarsi (retweet: 7.200).