Prendete il cronometro e impostate il conto alla rovescia sugli 8 secondi, perché i giovani con in mano tablet e smartphone non ve ne concederanno uno di più per far arrivare il vostro messaggio pubblicitario a destinazione. A confermarlo è un’indagine di Microsoft Canada, che conferma ancora una volta come l’utilizzo della tecnologia abbia impattato in misura massiccia sulle nostre capacità cognitive.
Il target meno concentrato, come prevedibile, è risultato quello young, ovvero quello più avvezzo all’utilizzo dei dispositivi mobile, mentre i fruitori maturi si mostrano disponibili a concedere più tempo agli spot online. La cattiva notizia è dunque questa: la lunghezza dei video è fondamentale e si rivolge a persone con un lasso di attenzione pari a quello di “un pesce rosso”, come sottolinea ironicamente il report.
Non tutti i dati, però, vengono per nuocere. Dalla ricerca emerge anche infatti che in quella breve finestra temporale i giovani sono altamente focalizzati e più ricettivi degli adulti, il che significa che per i marketer risulterà particolarmente sensato investire sulla qualità creativa di quegli 8 secondi (meglio se ancora se 5 o 6), cercando di dare vita a un incontro magico.
Non è un caso che lo scorso aprile YouTube abbia lanciato il nuovo format advertising da 6 secondi, o che quest’estate Pepsi con PepsiMoji abbia puntato sulla comunicazione emozionale short, scegliendo sia per la tv che per la rete visualizzazioni da 5 secondi. Quando si tratta di mobile e nuove generazioni, infatti, non sembra esserci spazio per il dialogo oltre il colpo di fulmine e le dimensioni contano.