A 5 anni dallo sbarco sul nostro territorio Just Eat mette a segno un importante step di sviluppo con l’inaugurazione di una nuova sede milanese. Il servizio che consente di ordinare online pranzo e cena a domicilio, scegliendo tra un’ampia varietà di cucine, è arrivato in Italia nel 2011 con l’acquisizione della startup Clikeat.it e da allora ha raggiunto significativi risultati, con 4.500 ristoranti affiliati in oltre 400 comuni.
L’azienda, che conta oltre 70 dipendenti, è attualmente presente in 15 Paesi e guarda alla Penisola come “un mercato dal grande potenziale su cui continuare ad investire per raggiungere una leadership consolidata”, come conferma David Buttress, Ceo di Just Eat.
“I dati indicano che i consumatori sono ben predisposti all’utilizzo del take away. Una delle strade da seguire, oltre alla personalizzazione e all’aumento varietale dell’offerta, è la risposta alle diverse esigenze locali. L’Italia è il Paese dei mille campanili e quello che vale a Milano non vale a Catania”, sottolinea Daniele Contini, Country manager di Just Eat Italia.
Questo l’indirizzo del player, che in occasione dell’inaugurazione degli uffici in via Tiziano ha presentato anche i risultati del 1° Osservatorio Nazionale sul mercato del take away in Italia, curato da Gfk Eurisko. Ecco lo scenario delineato dall’indagine, che porta in luce nuove opportunità di business e un lifestyle in evoluzione:
- Un fenomeno diffuso, ma ancora “tradizionale”. La maggioranza degli italiani (51% del campione) ha ordinato negli ultimi 6 mesi cibo a domicilio, soprattutto tramite telefono (39%). Resta inoltre un 44% che ordina il cibo da asporto di persona, recandosi sul posto.
- Italiani pronti a ordinare via digitale. Solo il 2% dei consumatori ha scelto il digitale, ma l’intenzione è in netto aumento, con il 19% (7 milioni di persone) che si dichiara intenzionato ad utilizzare questo canale per l’acquisto.
- Online si spende di più. Il digital takeaway è ancora tutto da sviluppare, ma mostra una frequenza di acquisto e uno scontrino medio più elevati. La media è infatti di 4/5 volte al mese contro le circa 1 o 2 volte al mese dell’ordinazione di persona e di quella per telefono, mentre la spesa si attesta sui 97 euro al mese contro i 32 e 37 euro dell’ordine personale e telefonico.
- Un servizio legato al lavoro ed agender. Con una frequenza di 3 volte al mese l’ufficio risulta il posto da cui si fanno più ordini, seppur con una spesa media inferiore rispetto a chi ordina da casa. L’utilizzo è inoltre equamente suddiviso tra uomini e donne.
- La pizza resta l’alimento preferito, seguita dalla cucina giapponese. Nella top 10 degli alimenti ordinati da casa fanno poi il loro ingresso cucine come il messicano, il pesce e le tipicità regionali.
- Gli amici sono la compagnia perfetta. Il servizio conferma ancora una volta la predisposizione italiana al social eating informale e in compagnia: il 40% ordina infatti con gli amici, il 22% in famiglia, il 20% con il partner e il 18% da solo.
- Comodità e mancanza di tempo i driver. Il takeaway viene innanzitutto percepito come una grande comodità quando si è troppo stanchi per cucinare, ma anche come soluzione ideale in caso di mancanza di tempo e organizzazione.
- Ma anche curiosità e voglia di qualità senza uscire. Tra le principali motivazioni che spingono ad usufruire del take away vi è anche la voglia di sperimentare qualcosa di nuovo, cambiando la propria alimentazione. Segue l’utilizzo del servizio come alternativa al mangiar fuori e al ristorante, indice di come la percezione di quest’ultimo sia sempre più qualitativa.