Il matrimonio tra Mondadori (nella foto il palazzo di Oscar Niemeyer a Segrate, sede della Mondadori) e Rizzoli (conseguente alla ancora ipotetica acquisizione da parte di Mondadori del ramo libri di Rcs Media Group) sarebbe la più importante operazione nell'industria editoriale italiana dopo l'acquisizione di Mondadori da parte di Silvio Berlusconi nel 1991: potrebbe creare un gruppo da 600 milioni di ricavi, 4.000 titoli solo nelle novità, una quota nella filiera del libro pari a circa il 40% (27% Mondadori, 11,7% Rizzoli), e una panoplia di marchi editoriali che hanno la storia e il valore di veri e propri blasoni: Mondadori, Sperling & Kupfer, Piemme, Einaudi (fra i principali di Gruppo Mondadori), e sul fronte Rcs Rizzoli, Bompiani, Fabbri, Marsilio, Adelphi, Bur, Etas. Dal punto di vista finanziario Rizzoli è messa peggio di Mondadori, quindi i rapporti di forza sono a vantaggio della casa di Segrate: Rcs Libri ha fatturato nel 2013 251,8 milioni, con soli 4,2 di margine operativo lordo. La Mondadori Libri segnava 334,3 con un margine di 46,2, undici volte tanto. Secondo: Rcs Mediagroup ha urgente necessità di fare cassa. Indebitato per 500 milioni, deve onorare molte scadenze bancarie entro il 2015.
Il mercato
Considerando solo il canale trade (librerie, gdo, store on line) il fatturato aggregato dei due gruppi editoriali corrisponderebbe alla metà del giro d'affari del mercato (1.258 milioni di euro nel 2013), anche se il giro d'affari totale (fonte: Aie) nel 2013 è di 2.972 milioni di euro.
Dopo i big six (Mondadori, Rcs-Rizzoli, Gruppo Gems, Giunti, Feltrinelli, De Agostini) la voce "altri editori" copre circa il 38% del restante mercato. Mondadori controlla anche una consistente rete di librerie, circa 600, quasi tutte in franchising: un canale in crescita, considerando l'alto e necessario tasso di conversione delle librerie indipendenti sempre più in difficoltà. Le catene (es. Mondadori e La Feltrinelli) controllano il 43,5% del mercato retail (fonte: Nielsen, 2014), seguite dalle librerie (34,9%), dalla gdo (15%) e da Internet (6,6%) esclusa Amazon. La quota delle catene è aumentata di 130 punti base (42,2% nel 2013), quella delle librerie è invece calata di 70 punti base (35,6% nel 2013) , la Gdo ha perso 90 punti base, e l'e-commerce ne ha guadagnati 30.
La situazione del retail fisico
Le librerie rappresentano in generale un mercato in calo per il quarto anno consecutivo: nell’ultimo quadriennio il libro cartaceo ha perso circa il 20%. Ma nell'audio e home video si segue ormai un’irreversibile china discendente: la musica vale 140 milioni di euro, i video games hanno registrato un -20% negli ultimi due anni. Il libro rappresenta per una catena come Feltrinelli il 70% delle vendite. Nel 2014 (1° semestre, dati Nielsen. Fonte: Aie-Associazione italiana editori) il livello delle vendite nel canale trade (librerie, gdo, store on-line) è sceso ancora (-6,6% a valore e -9% a volume) perdendo quasi 34 milioni di euro rispetto allo stesso periodo del 2013 e 3,7 milioni di copie. La diminuzione è ancora più accentuata nella gdo e nelle librerie indipendenti (-15,0% e -7,5%). Dal 2010 al 2013 il mercato editoriale nel suo complesso ha perso 430 milioni di euro di fatturato.
e-book
Sempre secondo Nielsen in Italia ci sono quasi 2 milioni di lettori di e-book (+17% vs 2012) contro i 22 milioni di lettori tradizionali (ma in calo del 9%). Secondo le stime più conservative e prudenti, l'e-book arriverà al 7-8% del mercato globale nei prossimi tre anni. Più complesso il discorso su Internet e e-commerce. Sempre più utenti si avvicinano all’on-line e la sua incidenza potrebbe arrivare al 12-14% nei prossimi tre anni. Le stime di Aie evidenziano un aumento nella quota di mercato passata dal 5,1% del 2010 a oltre il 12% nel 2013.
I libri danno oggi un margine superiore
Ammesso che si avveri (e che non sia invece un ballon d'essai), gli obiettivi dell'operazione Mondadori-Rcs andrebbero visti da un'angolazione più squisitamente legata alle dinamiche del mercato, e quindi in un'ottica non viziata dalle ubbie politico-ideologiche, o solo finanziarie. Se non è soltanto un modo per Rcs di fare cassa introitando un 120 milioni di cash (tanto varrebbero i libri), l'operazione potrebbe avere una finalità sinergica e di rafforzamento competitivo verso i pureplayer dell'on-line, come Amazon, che stanno crescendo e sottraendo quote di mercato al retail tradizionale. In realtà, tutti i concorrenti lavorano sul doppio canale fisico/on-line e l'on-line è un'opportunità per gli editori, soprattutto i piccoli editori. E per le piccole sigle è già pre-allarme: se si concretasse l'operazione sarebbero a rischio almeno 4.000 editori. Questo è uno dei pericoli segnalati anche dal Manifesto dei 48 autori della Bompiani (fra i quali Umberto Eco, Andrea De Carlo, Dacia Maraini, Sandro Veronesi, Susanna Tamaro) pubblicato il 21 febbraio 2015 sul Corriere della Sera: "Un colosso del genere (Mondadori più Rcs Libri, ndr) avrebbe enorme potere contrattuale nei confronti degli autori, dominerebbe le librerie, ucciderebbe a poco a poco le piccole case editrici".
Sintetizza bene quelli che potrebbero essere i reali obiettivi dell'operazione Ernesto Mauri, amministratore delegato di Mondadori, su Prima Comunicazione: "Oggi i libri sono il business strategico e prioritario per la Mondadori. Anche perché se in passato presentavano una marginalità inferiore ai periodici, adesso è il contrario e in più sono un settore dove il digitale non rappresenta un rischio ma un'opportunità...Nell'attuale situazione aziendale per difendere le case editrici bisogna tornare a far profitti. è questa la miglior garanzia d'indipendenza. Ricordo che negli anni '80 l'Einaudi era in gravissime difficoltà economiche: Mondadori l'ha rilevata all'inizio degli anni '90 e da quel momento è stata una storia di costante di successi editoriali".
EDITORIA: CIFRE CHIAVE DEL MERCATO 2013
- EDITORI: 4.534
- TITOLI PUBBLICATI: 64.000 (-4,1% quelli cartacei, +43% i digitali)
- NUOVE USCITE: 30.382 (40.800 manifestazioni)
- STOCK VIVO: 813.000 titoli
Fonte: Aie-Associazione italiana editori