Ripartenza, sebbene ancora contenuta, per i consumi nel fashion, che secondo l’indagine realizzata da Federmoda nel primo semestre dell’anno segnano un +0,17% rispetto allo stesso periodo 2014, con gennaio (+1,16%) e giugno (+1,64%) al traino. Un dato correlato al miglioramento registrato dall’Osservatorio Acquisti Cartasì, che vede la spesa effettuata dagli italiani nei negozi di moda tramite carta di credito aumentare del +4,6%.
Secondo Global Blue, inoltre, nei primi sei mesi del 2015 crescono del 9% anche gli acquisti di prodotti fashion da parte degli stranieri, con uno scontrino medio di 738 euro. Nel frattempo, si assiste a un parallelo decollo delle strade italiane del lusso, che attirano nuovi investitori.
Nel dettaglio:
- La milanese via Montenapoleone tocca gli 8.000 euro al metro quadrato, risultando ancora l’High Street più prestigiosa del territorio, mentre la rivale romana via Condotti raggiunge i 7.000 euro al metro quadrato. Venezia attesta un generale incremento dei canoni, in particolare Piazza San Marco che registra un massimo di 4.700 euro al metro quadrato e un minimo di 3.000.
- Scenario positivo anche per Genova e Bologna, che evidenziano un globale aumento dei canoni, mentre Firenze, Torino e Verona vivono nel complesso una sostanziale stabilità.
- Gli acquisti effettuati dagli italiani con carta di credito nei negozi di moda aumentano in tutte le regioni eccetto la Sardegna (-4,9%), con le best performance in Trentino Alto Adige (+7,70%), Veneto (6,60%) e Friuli Venezia Giulia (+6,50%).
- A livello di settori in testa gli accessori moda (+10,2%) e pelletterie/valigerie (+8,3%), seguiti dall’abbigliamento (+4,9%), mentre le calzature si fermano all’1,2%.
- Per quanto riguarda lo shopping estero, il primato va alla Cina (31% sul totale; + 63% rispetto all’anno precedente), seguita dalla Russia (13% sul totale; -45% rispetto ad un anno fa). Tra gli altri Paesi maggiori acquirenti, vi sono Giappone, Corea e Stati Uniti.
- Gli stranieri scelgono Milano per lo shopping (35%), Roma (19%), Firenze (10%), Venezia (6%). Nelle restanti parti d’Italia il 30% degli acquisti tax free.
"I recenti indicatori positivi evidenziano una crisi che sembra volgere al termine, ma non rasserenano ancora il dettaglio multimarca indipendente di qualità. Un flebile risveglio dei consumi, tuttavia, c'è stato, e lo registriamo dopo anni di forti sofferenze. Un piccolo ma importante segnale che va ora consolidato con reali politiche di sostegno", sottolinea il Presidente di Federazione Moda Italia – Confcommercio, Renato Borghi, ribadendo che "Il dato del total tax rate che vede le imprese italiane tartassate da un fardello fiscale dal peso del 68,4% non può che vederci ancora increduli e preoccupati".