1. Il successo di una parola ormai onnipresente nel linguaggio del marketing
2. Mainstream non ha infatti la connotazione dispregiativa del termine massa (di cui però non è un esatto sinonimo)
Il termine inglese “mainstream” ha sostituto nel linguaggio del marketing la parola italiana “massa”: oggi il nobilitante vocabolo prestato dalla lingua d'Albione sembra offrire un lustro particolare al mercato, ai target, persino ai prodotti. Non è questione solo lessicale o semantica. L'abbandono del termine “massa” riflette un modo diverso di percepire e considerare il mercato, e soprattutto il marketing. La massa suggerisce una volontà unica di consumo: era, ed è, qualcosa di più di un nome collettivo, pur con tutto l'alone di borghese disprezzo che il termine esprimeva (e connota tuttora); dà insomma l'idea - secondo noi non necessariamente spregiativa - della folla, della gente, e ci riferiamo in particolare al complesso di persone che frequenta un punto di vendita, un supermercato, per fare, in sostanza, la stessa esperienza d'acquisto (fatta salva la diversità delle scelte in termini di carrello o scontrino).
Non siamo pecoroni,
siamo…mainstream
Con l'era post moderna nasce il “mainstream”, termine accattivante, trendy e piacione come la società dell'immagine richiede, virtuale come il campo da giochi del web. Nessuno ha paura del “mainstream”: evoca gruppi di persone in ordine sparso fuori da un locale del divertimento per un happy hour! Simpatiche persone da adulare dicendo loro quel che vogliono sentirsi dire, in un sogno consumistico dove parlare di acquisti è vietato mentre le parole chiave sono esperienza, entertainment, interattività, condivisione. Mentre concetti come prezzo, qualità e prodotto sono invece termini pericolosi da proporre perché rimandano al mondo vero della massa, a quello dove i sogni non diventano mai realtà.
La cultura del mainstream, pur nella sua evoluzione, è quella del Mondo nuovo di Aldous Huxley (libro del 1932), un mondo dove la gente perde ogni idea di responsabilità personale perché chi comanda gli consente una vita di completa libertà riguardo a lavoro, sesso, droga e consumismo. Temevamo i tempi di 1984 di George Orwell (il Grande Fratello) e siamo finiti in quelli di Huxley (il mainstream).
Mainstream, il nuovo termine per conformismo | ||
Alla lettera “corrente principale”. Il termine inglese è usato come aggettivo e sostantivo sinonimi di “alla moda” “di tendenza”, e quindi opposti, soprattutto nel campo artistico e culturale, a “controcultura”, “underground”. Mainstream è diventato quindi equivalente di popular. Il vocabolo origina dall'ambito musicale: si affermò nel linguaggio dei jazzisti americani negli anni Cinquanta per indicare tutte quelle correnti stilistiche più tradizionali in opposizione alle avanguardie del be-bop. Del cool jazz e, più tardi, del free-jazz. Insomma, Miles Davis e Thelonius Monk (per citare solo due dei più noti artisti della Blue Note) non erano “mainstream”, come, invece, la musica che si rifaceva, per esempio, allo swing di Glenn Miller. Quindi, “mainstream” non ha necessariamente connotazioni negative, al contrario del termine “massa”, che non è, a rigore, un sinonimo. R.P. 1. Mus. Nel jazz, stile intermedio fra il tradizionale e il moderno, dominante nel periodo dagli anni Trenta agli anni Cinquanta. Nella musica popolare moderna, tendenza a rifarsi, all'interno di un determinato stile, ai classici del genere. 2. Estens. Tendenza dominante: m. cinematografico 3. Letter. Corrente letteraria dominante di un determinato periodo. Fonte: Dizionario online Hoepli (dal Grande dizionario italiano di Aldo Gabrielli, Hoepli editore) |
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esclusività...multicondivisa
Il presunto rispetto del marketing per il mainstream è solo apparente, in realtà si lusinga la vecchia massa continuando a farle credere di essere diversa e differenziata: questo mi sembra il più grosso inganno; fingere l'esclusività della relazione con la singola persona mentre si continua a flirtare con tutti inviando un medesimo messaggio.
Il mondo tecnologico e virtuale è l'humus di cui si nutre il mainstream: gli strumenti che omologano le possibilità (telefoni mobili, pc, internet e social network) sono proposti invece come icone individuali di stili innovativi e differenzianti.
La cultura mainstream si nutre d'immagini e di strumenti anteponendoli a contenuti e obiettivi. Se “postare” e “taggare” sulla propria bacheca le cose più insulse e banali è indice di modernità, questo mainstream non mi piace, ed è meglio cercare nelle relazioni vere la gioia e le soluzione ai propri problemi. Ridateci la massa, brutta sporca e cattiva! * M&T
Evoluzione della specie | ||
Ha più di 70 anni ma McDonald's continua a fare il suo mestiere con professionalità e successo, tra alti e bassi, caffetteria e insalate, rispettando la sua mission originale ovvero offrire la migliore esperienza al mondo nel settore fast food. Per la massa tanto da essere globale…A Milano ha da poco aperto l'evoluzione "mainstream" degli hamburgher, "Mucche e Buoi "dal 1851 (falso storico), gestione napoletana, hamburgher intorno a 10€, locale fashion e qualche ex-grande fratello come cliente. C.M. | ||