Con l'avvento dell'e-commerce, che comunque potrà costituire un ottimo volano, si impone la necessità di innalzare le difese per difendere il made in Italy dalla contraffazione e dalle frodi. Se ne è discusso nella capitale cinese, in un incontro congiunto tra Ambasciata Italiana, Ice, Camera di Commercio ed enti e istituzioni attivi in Italia, che hanno come mission la lotta alla contraffazione. Un coordinamento rafforzato tra Cina e Italia è necessario e urgente.
Fervono inoltre le attività per creare una piattaforma di soli prodotti made in Italy, ma tutto ciò rende ancora più necessaria la tutela della proprietà intellettuale.
“Il coordinamento va assolutamente fatto - afferma Claudio Bergonzi, segretario generale di Indicam, l'Istituto di Centromarca per la lotta alla contraffazione, che ha fatto parte del gruppo di discussione ed è intervenuto anche all'EU-China Seminar Online Ip Protection & E-Commerce Business to Business Exchanges, organizzato da IPkey2, un programma Europa-Cina sull'Ip. Indicam creerà in Italia un gruppo Italia-Cina e trasmetterà l'informazione che qui le istituzioni italiane fanno molto più di quanto i soci non percepiscano. Ma bisogna coordinarsi in maniera strutturata”.
In particolare, è il mercato delle bevande il fronte che sta assumendo dimensioni sempre maggiori: la Cina è il più grande mercato di consumo del mondo e la domanda continua ad aumentare. Secondo China Wine Statistics, la crescita media annua del consumo di vino cinese è pari al 4,3% a partire dal 2o11,38 milioni di bevitori di vino importato nel 2015, rispetto ai 19 milioni nel 2011. In questo comparto la contraffazione non solo può causare danni ai marchi e alle imprese originali, ma anche rischi per la salute dei consumatori. Il prossimo 21 giugno un web seminar raccoglierà la testimonianza di Giorgio Vinciguerra, ceo di Guala Closures. “Spiegheremo perché l'imballaggio è importante nella vendita dei prodotti in Cina e come le moderne tecnologie potrebbero proteggere le marche da attività di contraffazione – afferma il manager - facilitando la comunicazione ai distributori e ai consumatori finali in Cina. L'imballaggio, in pratica, è l'ultima frontiera di difesa”.
“Anche perché - aggiunge Alexander Bayntun-Lees, che coordina il progetto "In vino veritas” per China Ipr Sme helpdesk - esiste un grosso problema di etichettature false”. La Cina è il quinto più grande consumatore di vino nel mondo e il 65% delle importazioni di vino cinese proviene dall'Europa e si stima che ben una bottiglia di vino su tre in Cina sia falsa. Specialmente in questo caso la sicurezza alimentare è grosso problema, perché l'alcol isopropilico utilizzato in molte bevande false può risultare letale.