A fianco di Conad la Federazione nazionale parafarmacie italiane, che si batte per difendere i diritti dei farmacisti titolari o dipendenti della parafarmacia, ha deciso di scendere in prima linea sostenendo l’iniziativa Liberalizziamoci per la liberalizzazione dei farmaci di fascia C. Il progetto promosso da Conad vuole sensibilizzare i cittadini e raccogliere firme per una petizione indirizzata al presidente del Consiglio dei ministri Matteo Renzi, al ministro della Sanità Beatrice Lorenzin e a quello dello Sviluppo economico Federica Guidi, affinché la vendita dei farmaci di fascia C sia allargata alle parafarmacie.
"Vogliamo che siano riconosciuti la dignità e i diritti della professione che i farmacisti svolgono nelle parafarmacie -sostiene Davide Gullotta, presidente della Federazione nazionale parafarmacie italiane-. I nostri farmacisti sono iscritti allo stesso Albo professionale, hanno conseguito la stessa laurea, hanno uguale ruolo e competenze rispetto a coloro che lavorano nelle farmacie. Conad è un alleato importante, perché ha la giusta sensibilità e ottime motivazioni per assicurare ai cittadini un valido presidio sanitario e un’ulteriore possibilità di risparmiare sull’acquisto dei farmaci, fruendo della competenza e professionalità di farmacisti ai quali nulla manca rispetto a chi opera in farmacia".
"I cittadini hanno diritto a poter risparmiare e Conad, da anni, promuove e sostiene ogni possibilità che vada nella direzione di creare vantaggi per loro -sottolinea Francesco Pugliese, amministratore delegato di Conad-. Le farmacie cercano di mantenere i loro privilegi di casta ed economici, ignorando che la concorrenza è, prima di tutto, un interesse del cittadino. Allargare la vendita dei farmaci di fascia C alle parafarmacie è un segno di civiltà. Questa, come altre mancate liberalizzazioni, pesa soprattutto nelle tasche di tanti italiani ancora alle prese con bilanci familiari difficili da far quadrare. Per dispensare salute serve un farmacista e non delle mura. I farmacisti delle parafarmacie sono qualificati come e più di quelli delle farmacie per il ruolo che svolgono".
Risparmi possibili per il consumatore
Conad ha in attività 100 parafarmacie in cui operano 400 farmacisti e tra le ragioni che l’hanno spinto a promuovere l’iniziativa (ha già raccolto diverse migliaia di firme nel sito www.liberalizziamoci.it) ci sono proprio la valorizzazione e il riconoscimento del ruolo professionale di farmacisti che operano nelle parafarmacie, oltre a creare nuova concorrenza in un mercato, quello dei farmaci di fascia C, che vale 2,9 milioni di euro e che, se liberalizzato, farebbe risparmiare ai cittadini una cifra tra i 500 e i 900 milioni di euro.
In merito alla rimozione delle barriere all’ingresso sul mercato e all’esercizio dell’attività imprenditoriale si è espresso anche il ministro Federica Guidi nell’audizione alla Commissione Industria del Senato sul Ddl Concorrenza, mentre il presidente dell’Antitrust Giovanni Pitruzzella ha sottolineato nella propria audizione che “la liberalizzazione della vendita dei farmaci di fascia C costituisce una misura che consentirebbe un incremento delle dinamiche concorrenziali nella fase distributiva di tali prodotti, con indubbi benefici per i consumatori anche in termini di ampliamento della copertura distributiva, non più rappresentata dalle sole farmacie, ma arricchita dai punti vendita della grande distribuzione o dalle parafarmacie presenti nel territorio”.
I rischi del Ddl secondo Conad
L’attuale Ddl in discussione al Senato presenta, secondo Conad e la Federazione nazionale delle parafarmacie italiane, alcuni aspetti pericolosi, fra i quali l’ingresso del capitale nelle farmacie, eventualità che consegnerebbe di fatto la proprietà nelle mani di alcuni grandi gruppi della distribuzione del farmaco dando vita a nuovi possibili monopoli in un comparto delicato qual è la dispensazione dei farmaci.
Panoramica del mercato
In Italia operano oggi 18.102 farmacie che nel 2014 hanno sviluppato un fatturato complessivo di 24,8 miliardi di euro di cui il 60,5% costituito da medicinali (fonte: Federfarma). Il numero delle farmacie è stabilito in base a una pianta organica che prevede un rapporto massimo di 1 esercizio ogni 3.300 abitanti (quorum introdotto dalla legge 27 del 24 marzo 2012, conosciuta anche come decreto legge Cresci Italia), salvo deroghe specifiche.
Nel nostro paese c'è una farmacia ogni 3.348 abitanti, meno che in Belgio dove il rapporto è di 1:2.190 ab., Spagna (1:2.170), Irlanda (1: 2.634). Il numero dei presidi farmaceutici è invece inferiore, rispetto all'Italia, in Germania e Regno Unito dove non esistono limiti territoriali all'apertura di farmacie.
Nelle farmacie italiane lavorano 50.000 farmacisti. Di questi solo 16.112 sono titolari di farmacia (il 32%) e 1.412 sono direttori di farmacie comunali. I restanti sono farmacisti dipendenti (fonte: Federazione nazionale parafarmacie italiane).
I farmaci di fascia C con ricetta, detti anche farmaci etici, si acquistano dietro prescrizione medica e il loro costo è a carico del cittadino: sono circa 3.800 specialità fra le quali si trovano antidolorifici, antinfiammatori, antidepressivi, anticoncezionali.
I farmaci di automedicazione (Sop e Otc) sono categorie di medicinali utilizzati per patologie leggere, acquistabili senza ricetta medica, con costo a carico del cittadino. La differenza tra Sop e Otc è che questi ultimi possono essere oggetto di campagne pubblicitarie ed esposti a libero servizio in farmacie, parafarmacie, e parafarmacie della gdo. Le specialità senza ricetta sono in tutto 2.220.
I farmaci di fascia C con ricetta costituiscono l'11% della spesa farmaceutica totale, con 2.937 milioni di euro spesi nel 2014, mentre Sop e Otc raggiungono l'8% con 2.283 milioni di euro di spesa nel 2014.
Il Ddl Conocrrenza (Ddl Guidi) approvato in prima battuta dalla Camera dei Deputati il 7 ottobre 2015, rimuove (art. 32) il limite delle 4 licenze in capo a un identico soggetto nel settore delle farmacie per consentire economie di scala (catene di farmacie). L'effetto sperato è creare un mercato con grandi soggetti in grado di ridurre i costi per il consumatore. Per assicurare una maggiore continuità di servizio ai cittadini, vengono liberalizzati gli orari di apertura delle farmacie (art. 32 bis).
Fra i rischi della riforma, secondo Conad e le Parafarmacie italiane, c'è quello della concentrazione legato all'ingresso di grandi catene. Oggi tre catene internazionali di farmacie (Alliance Boots, Celesio, Phoenix) controllano il 60% del mercato intermedio europeo. Questi tre gruppi hanno rapporti di partnership con il 10% delle farmacie nei paesi Ue, controllano direttamente il 21% delle farmacie aggregate in catene, e hanno legami commerciali con il 27% delle farmacie organizzate in catene virtuali (Fonte: James Dudley Management, Nearly Half of Europe's Pharmacies in Wholly Owned or Affiliate Groupings, febbraio 2014).