Un modello di aggregazione che fa scuola, diventando esempio virtuoso per tutta l’agricoltura nazionale. Così il ministro del Mipaaf Maurizio Martina plaude la nascita del primo gruppo del pomodoro italiano, terzo a livello europeo, derivante dalla fusione per incorporazione tra Casalasco ed Arp.
Un’operazione strategica con sguardo internazionale per il Consorzio, che testimonia nel corso di un incontro presso il Padiglione Coldiretti ad Expo 2015 come la cooperazione sia un driver fondamentale della competitività. Casalasco oggi si presenta sul mercato forte di circa 370 aziende agricole associate, 7mila ettari di terreno coltivati e una produzione complessiva di oltre 550mila tonnellate di prodotto, per un giro d’affari intorno ai 270 milioni di euro (nel 2000 erano 37 milioni).
L’obiettivo per il futuro è quello di incrementare il numero dei soci, ma anche dei clienti in tutto il mondo, come sottolinea Paolo Voltini, presidente del Consorzio Casalasco del Pomodoro e Presidente Coldiretti Cremona. Con il completamento del portfolio prodotti grazie ad Arp si prevede in particolare un rafforzamento del brand Pomì.
Le quattro leve dello sviluppo restano a livello generale l’innovazione in termini di impianti e agricoltura di precisione, gli investimenti in macchinari e soprattutto sui mercati, la crescita professionale del management e la formula delle partnership. Il tutto supportato da “quell’arma segreta che si chiama made in Italy”, sottolinea Costantino Vaia, Direttore Generale del Consorzio Casalasco del Pomodoro, ribadendo l’importanza di un’informativa trasparente in tal senso e con parallelo occhio di riguardo anche al fronte sostenibilità.
Nei mercati principali di Germania, Austria, Russia ed Emirati Arabi, Casalasco ha già avviato collaborazioni strategiche e punta a consolidare le posizioni di leadership raggiunte. Negli Stati Uniti, in particolare, il Consorzio ha fondato una società propria, controllata al 100%, che gli consente una distribuzione su tutto il territorio, dove il marchio Pomì è presente in oltre 20mila punti di vendita con posizionamento alto.
Un mercato di sviluppo prioritario per il futuro è sicuramente quello asiatico, dove si guarda all’apertura di nuove posizioni nella forma delle partnership locali, mentre è agli albori un business via e-commerce con il Giappone.